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Introduzione LA TEORIA DELLE LUCERTOLE di Lia Bronzi

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Ecco l'introduzione al mio libro "LA TEORIA DELLE LUCERTOLE" da parte della straordinaria Autrice, Scrittrice, Poetessa, Critico Letterario e d'Arte LIA BRONZI.
Io posso solo ringraziare di conoscerla di persona e dalla quale ho attinto perle di una saggezza ed onestà intellettuale che sono davvero merce rara in questo periodo della storia.
 
 
INTRODUZIONE
Martin Palmadessa, narratore, poeta, con un saggio di economia al proprio attivo, questa volta, in modo eterogeneo si cimenta in una narrazione, il cui titolo recita “La teoria delle lucertole”, che, di per sé, possiede un aspetto sacrale, quasi da moderno “metaverso”, dove avviene anche l’impossibile. In realtà noi crediamo che l’io narrante si lasci andare alla propria fantasia filosofica e sensoriale, per approfondire oltre il Velo di Iside la logica materiale delle varie forme, appartenenti e viventi nel pianeta Terra, sia del mondo vegetale che animale. Per quanto attiene al mito, sappiamo che la predilezione delle lucertole per la luce e la loro capacità di restare immobili sotto i raggi solari hanno certamente colpito gli antichi greci che hanno elevato questo rettile al rango di animale sacro al dio Apollo. Infatti esso è presente in molte raffigurazioni dell’Apollo Sauroctono. Inoltre la lucertola è simbolo orfico d’immortalità, e a questo titolo figura su alcuni monumenti funerari dell’età classica, dove incarna l’eternità della luce. Mentre per l’autore questo animaletto sembra quasi voler captarne il segreto tramite il mistero degli occhi, profondi e variegati, misteriosofici sempre. È trasmigrazione dell’anima o empatia cogente con tutto ciò che è forma di vita? Ciò non è dato saperlo. Una posizione che hanno già avuto Fedro, La Fontaine e molti altri, quando hanno antropizzato gli animali, fino a donare loro la parola. Da parte nostra, ci è caro affermare che ogni forma della natura deve essere rispettata, ma l’uomo sembra essere dimentico di ciò, anche se egli è un prediletto, poiché è formato da “polvere di stelle”, in quanto nella propria vita è presente la “Luce divina”, che ne è corpo vivo e può realizzare nel tempo un involucro di spiritualità. I protagonisti dei capitoli sono le lucertole, dagli occhi dolci e sornioni, che lo scrittore ha osservato, nei vari aspetti e nelle loro manifestazioni di vita. Ne fuoriesce una narrazione quasi antropizzata, ricca di aggettivazioni e di punteggiatura, come si evince dalla lettura del testo stesso. In questa società sauroctona il capo delle lucertole è il ramarro, come parimenti accade in quella degli uomini. La pubblicazione si divide in capitoli, oltre la “Prefazione” dello stesso Autore, i cui titoli recitano: “Le domande”, “Il delirio totale”, “L’ira di Dio”, “L’amore universale”, “L’epilogo” e “Pavoni vs lucertole - Postfazione (dell’Autore)”, ed è testo comprensivo di sapienza, che va oltre la conoscenza, poiché, attingendo anche alla tradizione mitica e ancestrale, nei suoi aspetti misteriosofici più segreti, da essa trae insegnamenti pedagogici, che l’autore sa trasportare, per simboli e metafore, nella conoscenza futuribile contemporanea.
Ed è per questo, forse, che Martin Palmadessa scrive, con sincerità di cuore e di ragione, la propria critica satirica alle forme delle religioni che con storielle, spesso costruite dagli apparati che governano le stesse chiese, vanno ad inficiare l’altissimo significato che la “Luce infinita” ha saputo dare, non solo per caso e necessità, alla costruzione dell’intero universo, il cui mistero non è umanamente comprensibile dall’uomo. In tal senso, il pensiero letterario di Martin Palmadessa diviene icona terrestre di fecondità e fertilità, comprensiva del mondo animale e vegetale per stratificazioni di culture, in questo in modo particolare anche nel pulsare lieve del corpo esile delle lucertole.
Lia Bronzi

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