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E. Siddal o della malinconia

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Anche a te

sciolse le molli chiome

in crespe di velo scarlatto

il ramo dell'invido salice

e ti bagnò le gote speziate

l'umore tardivo,

ma tu cantavi leggera

e sparsi accoglievi nel grembo

infruttuoso i fiori afflosciati

dal troppo bere.

Così ti s'imbevve l'anima

e il putrido limo si fece sigillo

ai sussurri di limpide note

della tua dolce corolla.

Non t'impedì la bellezza

di spremere lacrime amare

dai fragili occhi

e coppa alle libagioni

ti fu la melanconia,

ma quando le tenere labbra

si furono tinte del morbo

del cupo liquore,

sorpresa da gelo improvviso

tu t'appassisti.

 

 

 Ivan Pozzoni - 07/02/2018 16:01:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Bella! :-)

 AndreaT - 01/03/2015 16:53:00 [ leggi altri commenti di AndreaT » ]

Grazie RM, per l’apprezzamento. Hai colto pienamente l’intenzione, la principale fonte cui sono debitore è l’Ofelia di J.E. Millais

 Rosa Maria Cantatore - 01/03/2015 15:46:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

che belle immagini, in questi versi dal richiamo suadente: versi intrisi di una musica antica- perenne.
Un testo affascinante, molto suggestivo.
RM

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