LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo proposto da Paolo Ottaviani
’Parlano e volano’, gli echi ancestrali del Nord

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

Parlano e volano

Di Mari Vallisoo

In questo libro di poesie edite da Lietocolle, Mari Vallisoo ci propone un florilegio di testi selezionati per incontrare i segreti silenzi che la cultura nordica custodisce nella riserva fiabesca della natura boreale. Si tratta di una poesia molto diversa dalla nostra e per certi aspetti complessa, perché, se per i popoli mediterranei poetare significa immergere il pensiero entro un afflato vocativo che sporge nell’oltre materia (ritrasferita poi entro le regioni dell’essere e del divenire), per i popoli nordici e in particolare per Mari Vallisoo, la poesia è il risultato di una operazione diversa, in cui l’osservazione oltrepassa l’ascolto del reale e vaga dove l’oltre materico incontra una coscienza crepuscolare che vive fuori dal tempo. Insomma, mentre nella nostra cultura è sempre la materia che diventa spirito, ovvero Luce che sotto le spoglie di un Dio ritorna attraverso qualcosa di miracoloso (da Saffo nel carme: Ad Afrodite …"ma qui vieni. Altra volta la mia voce/ udendo di lontano la preghiera/ ascoltasti, e lasciata la casa del padre/ sul carro d’oro venisti"…, a Montale con: I Limoni " Vedi, in questi silenzi in cui le cose/ s’abbandonano e sembrano vicine/ a tradire il loro ultimo segreto",…), nella poesia nordica e consensualmente nella poesia di Mari Vallisoo, compare un imperturbato distacco che è indice di un canone poetico parallelo, impostato però su frequenze ignote alla poesia di matrice mediterranea. Ad esempio ne: Il risveglio, la poetessa enuncia: "Non sento. Non sento, vedo solo/ come l’opaco profilo del cielo si staglia/ verso levante. Con tale rapidità che si scioglie/ la penna tra le giovani dita/ ancor prima del tempo". Qui la semantica del pensiero è disgiunta da ogni visione teleologica e in pratica, si ha la percezione che le cose nuotino in un plasma al di sopra e al di fuori dell’uomo, dove uno stato di attonita ed incosciente osservazione, divide l’essere dal partecipare attivamente(come invece avveniva nella tragedia antica). Il risultato è una cronaca filmata della vita dal sapore certamente elegiaco, ma con un poeta che non vuole partecipare all’orgia degli dei e così rimane fuori. Quindi, mentre per noi poesia vuol dire "fare", trasferirsi concretamente attraverso la parola entro il mistero che muove il cielo e le altre stelle, nella poesia di Mari Vallisoo il trasferimento rimane virtuale e mediato dal sogno . Una parte dell’Io serra il passaggio nell’oltre e così il poeta guarda fuori filtrando una realtà che realmente è al di fuori di lui, impedendogli ogni sorta di osmosi. E’ un Orfeo che non torna mai dall’Ade, perché neppure entra e tuttavia si vede nel sogno, come in un documentario dentro quella realtà che lo attrae ma che non può raggiungere. Voglio a questo proposito proporre l’eco che suggerisce la poesia: La porta sul retro. "Gli Altri non lo sanno./ Non riguarda loro./ Nella casa i rumori della festa,/ cadono i piatti./Dietro la tenda spessa/ una porta sta in tranquilla attesa/ ma dal buco della serratura/ filtra chissà che potenza/ nelle mie membra./ Più tardi,/ stanca dei rumori festanti,/ le faccende della sera/ non finiscono mai./ Serrate tutte le altre porte,/ quella invece sta là,/ nemmeno il più piccolo rumore/ mentre la scosto,/ appena/ un poco socchiusa./ E’ così facile./ Le cose del vivere erano rimaste sul tavolo/ della cucina alla rinfusa". Infatti il tempo di Mari Vallisoo è il futuro, un futuro però dove non c’è traccia di alcuna profetologia apocalittica. Il poeta non è Vate, non chiede la parola capace di aprire mondi, però è legato alla nostalgia vissuta come tensione verso un’unica ragione possibile concessa all’anima che, metaforicamente, assume le sembianze di un cane che fiuta ed ingoia il vento che nelle gelide steppe è presagio unico di futuro. Da: Insieme ai cani:" Io lo so, potrei chiamare./ Ma ho pena per i cani./ Non una parola viene alle labbra./ Non riesco che a inviare e inviare/ per te che ti allontani/ un vento perpetuo".

Aky Vetere


Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.