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al testo proposto da Rosanna Varoli
Sette, quattordici e sette ventuno
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Sette, quattordici e sette ventuno baciami che non ci vede nessuno bocca baciata non perde fortuna ma si rinnova come fa la luna la luna e il salice dietro la siepe parlano adagio di cose segrete cose segrete da non raccontare che il silenzio confonde nel silenzio del mare. Notti d’agosto e mattine d’aprile quante valige dovrò mai riempire si parte per mare e si parte per terra la strada di casa è la strada più acerba la mela più acerba è rimasta sul ramo e danza nel vento e ne ignora il richiamo danza nel vento e non vuole ascoltare la mia voce si perde nella voce del mare. Sette, quattordici e sette ventuno in mezzo al mare non c’è più nessuno dormono i pesci al sicuro nelle onde, in fondo al mare si scavano tombe, le stelle e i granchi ti portano fiori, non senti il profumo, non vedi i colori, continui a dormire e non ti vuoi svegliare io rimango a guardarti, nei riflessi del mare.
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