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Tre Donne

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Ermellina P.

 

Scappata dalla tradizionalista lucchesia cristiana e democristiana arrivò nella Livorno atea e comunista dei primi anni settanta ad insegnare italiano nelle modernissime scuole medie Mazzini da poco costruite, con i deflettori al posto delle tende, la palestra seminterrata e l’ampio cortile avvolgente dove fare ginnastica nei primaverili giorni soleggiati.

Nelle terze classi, grazie al preside, introdusse la lettura del quotidiano un giorno alla settimana ed iniziò a parlare di argomenti sociali negli anni che annunciavano quelli “di piombo”.

Una scuola nuova nelle strutture doveva esserlo anche nei suoi contenuti.

L’italiano era solo un pretesto per farci ragionare con la nostra testa.

“…perché Pascoli ha scritto anche brutte poesie!”

Grazie Professoressa!

 

 

Statale dodici

 

Magra e abbronzata, con i capelli lisci tinti di un nero troppo corvino.

Non più giovane e con una figlia ingombrante da gestire, Maria guarda assorta le auto passare sulla trafficata arteria come la sua vita, seduta su una poltroncina bianca davanti al negozio.

Gli spacchi laterali della gonna lasciano intravedere le gambe quando le accavalla e dalla camicetta si scorge il reggiseno che sorregge poco più che se stesso.

Di lei affascina il modo di fare spigliato e quegli occhi di verde scuro che  s’illuminano, quasi fluorescenti.

 

Come “celles qu’on connait à peine” per lei non c’era tempo, ma sarebbe valsa la pena di perderci un secolo in più.

 

 

La Reginetta

 

Fu eletta miss cittadina nell’estate del settanta, a quindici anni.

“Figlia” di un commerciante di bilance e della moglie istriana, era il primo successo che realizzava da sola.

Ragioniera, diplomatasi dopo pochi anni, non cercò lavoro. Sposò un bel medico che era ancora molto giovane e da allora fu “la moglie del dott. Luzzi”.

Quando nacquero le figlie, da moglie divenne “la madre di Lavinia e Smilla”, belle quasi come lei.

Oggi, a sessanta anni, se parli con lei, dopo poco estrae dalla sua borsetta, in tinta con le scarpe, una foto.

“Vedi come ero bella a quindici anni? Vinsi il concorso di bellezza al Bagno Roma! “Bei ‘mi tempi!”

 

 

 

Centodieci femminili

 

 Giacomo Colosio - 07/09/2016 12:40:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Colosio » ]

Tre bei racconti, mi sono piaciuti molto. Tre caratterizzazioni di donne particolari, se pur del popolo, tutto sommato. Ciao Glauco, complimenti.

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