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al testo di Jacob l.
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Un fatto è certo; sotto la scorza opaca che si rivela tale quando si riesce a smascherare la finzione dei comportamenti, emerge una pochezza di tutto. Di stile, genuinità, a volte anche di cultura, sì di cultura avete letto bene, il perchè è intuibile. Pochezza di tutto, però talvolta non di denaro, l'odiato - a parole - denaro che si maschera e si svela a fasi alterne, che si nasconde come fosse un peccato originale di cui vergognarsi. Ecco che la cultura, che c'è e non c'è, si fa avanti schiaccia senza darsene pena ogni presenza umana non allineata.
In altre parole se il contesto è quello: meglio fingere. Intanto non se ne accorge nessuno. Ma bisogna sentirsela, chi non ne è capace meglio che se ne vada.
Le occasioni da perdere a questo punto bisogna indicarle: le cene, tutte, dovunque. Sono momenti cruciali per chi invita e organizza sia per il povero corpo estraneo invitato e portato lì. I pranzi, brunch, apericena e palle varie spesso con accompagnamento di tuffetto in piscinetta, a proposito è possibile che anche una piscina sia radical chic? Che dire dei barbecue improvvisati? con presenza di proprietari terrieri che sono assolutamente convinti di essere profondi conoscitori tanto da mettere a tacere contadini locali da una vita? Giretti in barca con nuotatina che il mare non è più quello di un tempo, troppe barche, troppa gente. Come dire come si permettono questi qui di venire il giro per il golfo in gommone a rompere i coglioni a noi che siamo i soli ad averne diritto? Da perdere, praticamente, c'è tutto. Sempre, ovviamente, se non appartieni a loro. E' una modalità culturale, bastarda, ma ha attecchito bene.
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