'Oggi non gira proprio' , pensa la donna, ultimo giorno di lavoro, impegni a non finire, anzi di più e trentotto di febbre, Natale bussa agli uomini di buona volontà, non a lei, ossa rotte , reali , ahimè , non metaforiche , quelle non si sentono ma si vedono eccome, occhi cerchiati , una tisana di dubbi e maalox come ansiotica compagnia. 'Ok, oggi 'passo' e non vado a salvare il mondo' ,come di dovere avvisa l'ufficio , loro ringraziano e rognano, sempre, efficienza e cafonaggine è il motto della sua agrodolce ditta che ogni anno 'pende, pende ma sta sempre su' ', e meno male, se sparisce nella nebbia milanese il mutuo della sua casa fa karakiri... E poi c'è la funerea cena natalizia, regali e coltelli si sprecano ma lei è assente giustificata, domani si siederà lungo la riva del fiume e vedra' passare cadaveri aziendali in giacca e cravatta , così gira il mondo! Ha quasi voglia di metter su l'albero di Natale, quando era piccola si metteva d'impegno ad addobbare il pino , vero, che troneggiava sul balcone dei suoi genitori, con tanto di fiocchi e stelline multicolori , bruciato in un attimo, colpa del suo papà che non c'è più , e questo sì che la fa piangere, e tanto. Poi , i casi della vita, traslochi e amnesie varie l'hanno ridotta a decorare almeno il minuscolo presepe nel mobile della sala 'buona', come diceva sua madre, 'se viene su qualcuno, che figura ci facciamo?', stretto tra piatti di porcellana polverosi e sei flutes di cristallo, un anno in più, un bicchiere di meno, come passa il tempo per chi non si diverte... E prepara la mini stalla in simil legno, non trova l'asinello , va bene il bue, infiacchito e stupito per la stranita compagnia di un angelo senza stelle e 'l'uomo che dorme', visto e preso alle bancarelle della Fiera di S. Ambrogio , simbolo di una Grazia svilita , di tranquilla indifferenza , o si sente così, scettica su ogni cosa, anche a Chi sta per arrivare, forse. Poi , con infinita cura, ha messo Maria e Giuseppe, e il Bambino Gesù lontano ancora , ma arriva, pian piano è qui, basta trovarlo, cercarlo, una domanda , la sua, che pare una preghiera, laica, poi gli anni passano e si deve rendere conto della vita , dare ed avere non sono tutto, in fondo. Guarda il suo Presepe , che peccato , è spoglio davvero, povero di oggetti o di ricordi , ripensa a caldi inverni, di gioia , di serenità ormai perduta. E ha deciso, sarà la febbre , sarà quel che sarà, prende gli scatoloni che tiene in alto negli scaffali nel corridoio e trova le antiche foto dei suoi, il Nadir , papà imbranato che sorride a lei bambina , o 'Nuci', sua madre, in posa come una diva e il profumo di buono, di pulito, che rimane nel tempo. E' l'epifania della sua memoria , frammenti d' anima che si sciolgono in un unico abbraccio, ricordare e farne senso , significato. E Natale è qui, per lei. Per tutti.
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