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al testo di Alberto Rizzi
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IL RISOTTO DEL KAISER WILHELM
Non molto temp’addiètro impegnavo le mie ore come d’uso tra i famigliari fochi e ruminavo in qualsimòdo parecchiar avrei potuto un primo ch’in mente rimanesse ai commensali e che’l pensiero lor volar facesse ad epoche passate e al temp’istésso pur verso di straniere genti
Chiaritomi di ciò combinato ch’ebbi ambe le cose la mente mia studiò fermarsi in tempo e loco di danze sfavillanti l’uno e l’altro un poco oltre delle Alpi
fino a concepir nel meglio
(così osai fra me e me sperare)
un piatto degno del Kaisero Guglielmo
Non sto a spiegarti qui come si faccia la base d’un risotto
ché gl’ingredienti i tempi i gesti tuoi più adatti sempre gli stessi son da padre a figlio esposti
però per un’ovvia e geografica ragione vorrei che a mantecare il tutto usassi un formaglio del Trentino almeno se non
(per scelta ch’appar davvero doverosa)
uno cresciuto in valli un dì oltreconfine
come un canuto Graukaese per esempio quel Dobbiaco che sverna su la piastra od un qualtuvòglia altro spremuto d’austre mucche
Ed ecco che al foco accanto al primo
(nel qual si scalda l’acqua cui presto un dado darà sentor di brodo vegetale)
tu comporrai un perfido soffritto unendo alla cipolla che bionda cresce ovunque il crauto grato all’alemanno
e sul finir della cottura quando che unite si saran le parti
(detto soffritto al riso che sbuffando entro al paiuol va lemme lemme a mantecarsi piano)
aggiungerai quei wurstel a compagnarsi fini in fette sottili già affettati che io per ragioni che più avanti vi dirò non vorrei di carne fosser fatti ma di glutine solo e vegetali odori
Però l’arma tua segreta ad esaltar sapor di questo piatto e per veder gaiezza da le bocche scendere al cuore e risalire agli occhi dei commensali tuoi sì degni all’opra
(e ben per questo grati di tue scelte)
verrà d’una bottiglia colma d’un liquor pur’esso al Nord cresciuto ed ora ahimè obliato mentre che d’un tempo egregio era e ben visto e ispecie a paste e dolci consacrato
egli di “Doppio Kummel” ha il nome ed esso aggiungi sol verso la fine lasciando poi ch’el foco avviluppandolo facendo lo suo corso lo svàpori e svampisca solo lasciando quel suo aroma cupo
E con gioia svuoterai dal pentolon questo composto bello fumante con amor fin dentro ai piatti dei còmiti impazienti ad iniziar di questo pasto in modo tale che per ciascuno d’essi tale momento da dentro lo scugliero gli si riversi nel cuor dei lor ricordi
(tratta dalla raccolta "'A la carte", autopubblicata e disponibile presso l'autore) |
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