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al testo di Corrado Sabbia
raja chandra
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"sarò i vestiti sgualciti che ti toglierà", e la pioggia del raja chandra cadrà ancora, nottetempo, sotto la luna piena: il fiume: placido per filologia, placido per figura retorica. l'uomo mortale caduto sotto i colpi dell'essere qualcosa in altrove: i vestiti tolti da qualcuno, altro, altrove. e trovando capacità d'eroismo, non soffre, non geme, non teme se non la propria extraordinaria presenza nell'ogni luogo in cui lo si vorrà far comparire. in ogni volta lo specchio che guarderà, nel silenzio, nel buio frastuono, nel non dove e nel tutto. la presenza è magica come chandra, smilla, beadi, io ritovo tutto come nel cappello, ogni odore mi si devasta contro. Continuum, continua.
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