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al testo di Roberto Maggiani
Elogio dei bambini
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Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall'oriente e domandarono: «Dove si trova quel bambino, nato da poco […]».
Grazie care amiche e cari amici per i vostri sentiti commenti a questo testo. Rinnovo il mio augurio di buon Natale allavvicinarsi del giorno. Un abbraccio a tutti.
poesia toccante, densissima, così necessaria in questi tempi aridi. solo stare a guardare i bambini, come essi ci si avvicinano senza timore, come ci guardano e interrogano, assorbire la loro innocenza, le loro domande essenziali, cui non sappiamo rispondere... tutto questo dovrebbe essere per gli adulti un esercizio quotidiano di sublime saggezza. per riflettere su quanto sia diabolica la volontà di uccidere con i civili anche i bambini, e con essi il bambino che è negli adulti sepolto, ultima umana traccia di speranza. grazie,Roberto, annamaria ferramosca
E solo per i bambini ma anche per coloro che si fanno ogni giorno bambini per portare soccorso sorridendo ai tanti dolori del mondo. Laugurio a te e a tutti i poeti de La Recherche è di fare un po più i bambini per rendere lesistenza sopportabile.
Cosa hanno visto i pastori, quel primo Natale? Non cerano segni di distinzione sul luogo, la stella non era ancora apparsa, non cerano usceri alla porta né frecce direzionali. Sono andati cercando quel che gli angeli avevano detto loro: "troverete un bimbo appena nato, là in una mangiatoia". E questo è quello che videro: solo un bambino. Niente di più inerme e di più piccolo. Dio ha affidato la sua onnipotenza salvifica, la sua misericordia per il mondo a quellinermità. E noi che per natura siamo continuamente tentati di scegliere strade diverse che immaginiamo sempre più efficaci, abbiamo molto da imparare (e da sperare) dal metodo che Dio ha scelto per rivelarsi. Un caro augurio a te e a tutti gli amici de LaRecherche.
Bella, tenera e toccante, questa poesia di Roberto mette in luce una verità profonda: Dio non poteva che mostrarsi bambino agli uomini perché in Lui vedessero la grazia perduta, la bellezza incontaminata. Il bambino è una creatura che a poco a che fare con il mondo degli adulti: sono questultimi a guastarlo poco a poco, facendogli dimenticare da dove è venuto. La Bellezza è terribile - dice Rilke.
Una poesia che, nella sua semplicità, ben esprime limmensa meraviglia del Natale, di Dio che si fa neonato. Tanti auguri di un sereno Natale, grazie! «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Giovanni 6,68)
Ringrazio tutti coloro che hanno letto o ascoltato questo testo, ricambiando anche gli auguri, in particolare voi che avete qui lasciato il vostro commento, su ognuno mi sono soffermato. Questa poesia è semplicemente una riflessione scaturita da una esperienza diretta fatta con alcuni bambini di quarta elementare con i quali ho avuto la possibilità di parlare riguardo alla scienza e allarte, in verità sono stato io a ricevere da loro una conoscenza limpida del mondo vista dai loro occhi puri e positivamente ingenui. Cè tutta una parte della poesia che potrebbe a ragione essere limata, e in altre situazioni lavrei anche fatto, è la parte in cui si parla di saggezza e autenticità... ma non lho fatto perché volevo mettere in evidenza proprio il rapporto tra saggezza e autenticità... sul quale sci sarebbe molto da dire. Cè un passaggio delle Sacre Scritture in cui si dice che: "quello che è stolto per il mondo, Dio l’ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio l’ha scelto per confondere i forti" (San Paolo ai Corinzi 1,27 - Prima lettera). Questa frase mi ha, da sempre, colpito. Non vuol certo dire che non doibbiamo studiare, puntare alla sapienza e conoscere... ma certo è che la sapienza non deve diventare pretesto di arroganza. Certo, Lig E. Norant, Dio non muore bambino... ma non è questo il nocciolo della questione del testo da me proposto... in ogni caso il testo si sofferma sullinizio dellesperienza esistenziale e come dopo, nella nostra vita, qualche cosa si guasta... è ovvio che la poesia in sé è assurda...
Questo tuo testo, Roberto, nella sua sintesi racchiude tantissime considerazioni: va sicuramente alla ricerca dellinfanzia perduta, uninfanzia che ripropone il suo archetipo classico della nascita, con limminenza del Natale. Inoltre rivela che è sempre in corso una certa indagine divina per questo Dio che "se venne al mondo non lo so" ma che poi riconosci come "onnipotente". Infine è da cogliere la giusta negazione sulla condizione attuale dellUomo adulto che non dispensa più saggezza e che viene soppiantato dalla più conveniente e dolce immanenza dun bambino. Grazie, quindi, ed auguri anche a te.
Concordo con questa poesia che mette laccento sulla grazia e la spontaneità dei bambini, la loro autenticità aderente alle cose, lunica qualità che avvicina alla santità e che cercarono persone grandi come Francesco o Pasolini o Ortese: nelle loro azioni, nei loro scritti, cè questo bisogno di non abbandonare il contatto col mondo basso, animale, con la terra e lincomprensibile cercando sempre linvisibile altro e altrove, la speranza e la pace. Grazie Roberto e auguri di cuore anche da me.
Cè una grande verità in quel che dici - nella bellezza di forma (senza pretese, hai scritto: appunto raggiunge la propria bellezza perché come lincondizionata infanzia non ha pretese; ma qui saprirebbe un altro discorso) - e ancora unapparenza di luminarie, che se non sono ad inganno tuttavia deformano la percezione del conoscente verso il conoscendo (non sono affatto sicuro se sia corretto il mio adoperare le forme verbali - pagana ignoranza!) poiché non colgono latemporalità di quellEvento ovvero la sua inclusività cronologica del fatto umano, scindendone lintrinseca continuità anagrafica nelle apparenze discrete, smarrendo così la visione dellinsieme e del compiuto che solo ne può dare la cifra teologica di lettura. In altre parole: Dio non muore bambino!
Sono stata, felicemente credo, maestra elementare. Dunque capisco e condivido la tenerezza e la delicatezza dei sentimenti espressi in questi versi. Complimenti e grazie del gentile pensiero. Contraccambio di cuore gli auguri natalizi, benché mi senta tristissima e urtata nei confronti di una società globale che, ricca, opulenta e pasciuta fino tracimare nella più cinica volgarità, sembra del tutto incapace di salvaguardare la vita, la crescita e leducazione dei suoi piccoli inermi.
è commovente leggere questa poesia, pensando alla tenerezza che suscitano i bambini, alla loro innocenza, alle loro anime che incarnano la purezza lontana dalle innumerevoli falsità. La bellezza di Dio è racchiusa proprio nella scelta di farsi bambino, il più piccolo tra gli uomini ed assumere umilmente la forma terrena più fragile. Il Suo messaggio è riassumibile nella testimonianza della Buona Novella (Il Vangelo) che narra al mondo la Sua Storia. Ogni tempo è raggiunto dalle Sue amabili parole, ogni luogo (ora, nel presente) dovrebbe custodirne sapientemente gli insegnamenti di misericordia e bontà. Ritengo che il messaggio di pace del Cristianesimo dovrebbe estendersi a tutti gli uomini di buona volontà, quale che sia il loro credo, quale che sia il loro pensiero o la loro filosofia. La Sua parola abbraccia chiunque, nessuno ne è escluso.
Nel tempo della povertà, non potevi scrivere testo migliore per augurare a tutti noi e al mondo il bene della grazia, lo stupore dei bambini! AUGURI A TE E A TUTTA LA REDAZIONE
E quel "non lo so" che (anche) dona una grande grazia al testo, che fa piazza pulita di ogni presunta offesa che il Presepe arrecherebbe ai bimbi di altra confessione religiosa. La bellezza dovrebbe essere apprezzata indipendentemente dal proprio credo e la storia della Natività è bellezza pura, indipendentemente dalla storicità dellevento. I miei saluti e buon Natale a tutti. Lino
Bella poesia, convincente anche per un agnostico mcome me. Mi è piaciuta lidea di fondo della poesia: dare importanza alla vita dei bambini usando come escamotage la scelta di Dio di far nascere Gesù proprio allo stesso modo, o quasi, con il quale nascono tutti i bambini del mondo. Grazie ed auguri a tutti.