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al testo di Elena Segato
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Nell’oceano che fonde la folla freme e stritola la vita. Maneggio con cura l’adrenalina che caparbia s’accende in involucri d’acciaio. E allora urlo - urlo – che l’esistenza è sfinimento e domani è solo il giorno più nero. L’inconscio s’affoga nel sangue trenta mesi di gestazione poi esplode. Mi implora la mente di risparmiare la lacrima che non c’è che non c’è mai stata perché il dolore è dentro ma non si vede nemmeno sul viso. Crebbi un giorno, successe per caso, scattò qualcosa e fui grande. E – vorrei sperare – amata. |
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