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Gennaio, uno scrittore

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Era gennaio e lo scrittore sedeva
al banco dei suoi pensieri
e con l’intelletto si perdeva
tra volti finti e tra volti veri.
Non sapeva più trovare l’ispirazione,
si sentiva povero e mal ridotto
poiché non trovava più l’emozione
per scrivere tutto di botto.
E pensava e pensava, lontano se n’andava
con inquieti desideri come vele
e il cuore ardente di lava bruciava
e tingeva di sangue le tele.
Stupide domande l’assillavano…
“Perché scrivo, cosa professo”
ma alla risposta non arrivavano:
cioè ch’era solo per se stesso.
Era per non abbandonarsi alla noia,
per non limitare il viaggio interiore,
era per trovare ovunque gioia,
ma soprattutto per vivere con ardore.
Attenti ai poeti, così v’avverto,
anime incerte, spiriti maledetti,
che mai nulla danno per certo.
Come fossero senzatetti,
vagano tra le vie del mondo
e girano, girano, girano,
perché quegl’occhi da vagabondo
tanto e troppo guardano e ammirano.

Così è gennaio, mia amata,
quante cose, quanta vita d’affrontare,
e tu fermo mi farai restare
di contro a quest’insolita mareggiata:
mia madre se ne va dal vecchio stato della Curia,
si trasferisce dal povero Nanni
e almeno lontan da me, in Liguria,
resteranno a far danni.
E lei, signorina, farà diciott’anni…
dunque si dovrà ballare in suo onore,
un brindisi, vestiti d’eleganza,
sorridenti e festosi in ogni colore
e con te mi getterò nella danza.
Signorina, che gran festa che sarà
!
Ridendo, mangiando ed infinitamente godendo
(e se farà ciò con Vinz, sappia, m’offendo)
entreremo nella maggiore età.
Ora sarà lei a scrivere la sua biografia,
tolta la degna penna ai suoi genitori,
subito con me lei verrà via
dentro al mondo con tutti gli onori.
E amori, odori, viaggi e tempeste
oh quante ne vedremo insieme
terre lontane, magnifiche, opulente feste
movendoci più veloci di una trireme.
Mi perdoni, son troppo frettoloso,
c’è tempo per ogni cosa,
per sfamarmi con te (sai che son goloso)
presso la tua candida rosa,
per far altro e altro tanto ancora,
per un bacio vero, per uno a stampo,
per lasciarci andare di ora in ora
in questo fiume, quello del tempo.

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