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al testo di Nicol Errico
Ad un’Amante
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Ti copri d’un buio velo, cara madre che vacilli violentata da mani potenti. Usa quella brava bandiera per proteggerti dal gelo che trascina la sera, magari asciugati quella lacrimuccia che scivola sul volto tumefatto e consolati col ricordo di figli come foglie in autunno caduti presso le radici raggrinzite di un tronco ora monco. Fossi io il tuo amante non risparmierei una carezza per la tua bellezza sfiorita. Bacerei quel volto deluso e stanco, assaporando il soave sapore dell’alloro antico. In tanti t’hanno sedotta, ingannata con fatue promesse e ogni volta ci credevi. Canterei a te una nenia per farti riaddormentare in visioni gloriose e promesse di conquiste a cui la tua gente costringevi: tutto per soddisfare i bisogni di uomini che troppo volevano senza saper sognare. Caddero intere città e battaglioni tra i tuoi verdi seni, come colli, nelle tue valli, voluttuose. Ma faremo sempre questo per te, Italia, madre umiliata e vorace amante assetata di sangue, mai di rose.
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