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al testo di Davide Rocco Colacrai 2
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La solitudine della parola Quando tacciono le aurore su lingue oblique già sepolte, mi aggrappo all’afosa arresa di carne, che piroetta senza passi per le curve delle mie ceneri, incolore come la solitudine della luna, dal ventre di una parola senza nome, dove inciampa in se stessa, in uno strappo alle lenzuola di cielo, il sapore di ruggine e sale. |
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