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Riflessioni sullultima consultazione referendaria

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Credo che l’esito delle ultime consultazioni referendarie, cioè il raggiungimento del quorum, ci inviti ad alcune riflessioni. Il precedente quorum raggiunto prima di questo risaliva ai referendum del giugno 1995 (quelli che dovevano riorganizzare il sistema televisivo in Italia, quelli sulla rappresentanza sindacale e la contrattazione del pubblico impiego), dopo una partecipazione degli elettori che è oscillata tra il 23% e il 49% nelle diverse consultazioni: ben sei per ventiquattro quesiti referendari a cui gli italiani non hanno dato molta importanza evidentemente.
Prima considerazione: quanto denaro pubblico è stato speso per organizzare e svolgere queste consultazioni che si possono definire a tutti gli effetti inutili? Possibile che non esista un modo più efficace per gestire il tutto?
Seconda considerazione: forse i temi proposti nelle precedenti sei consultazioni potevano essere meglio approfonditi, discussi e regolati dagli Organi Istituzionali preposti (in primis Parlamento e Governo) senza dover consultare ed investire delle decisioni il Popolo sovrano.
Ultima riflessione: in questa consultazione referendaria sicuramente il tema principale e trainante è stato quello nucleare sollecitato anche dal disastro di Fukushima . Questo significa che la gente si sente toccata e si muove su temi di carattere generale dove è giusto che lo Stato, se sollecitato dal popolo, si adegui al volere della maggioranza dei cittadini.
A questo punto, per concludere, ecco le considerazioni che possiamo trarre dalle ultime consultazioni :
1- Occorre aumentare il numero delle firme che si debbono raccogliere per proporre un referendum: solo così, da subito, sperimentiamo quanto il tema proposto sia sentito dagli italiani e così evitiamo che quesiti referendari deboli siano portati alla consultazione degli elettori.
2- Una volta dichiarato ammissibile il referendum (diciamo sostenuto da due milioni di firme o da dieci Consigli Regionali) il quorum non è più necessario e a questo punto la vittoria tra il SI e il NO è molto semplice: va alla risposta più votata.
3- Mi rendo conto che occorre una modifica costituzionale per mettere mano a questo tema, ma d’altra parte bisogna pur cominciare a “svecchiare” le procedure che a mio giudizio impediscono all’Italia di mantenere il passo con le Nazioni civili più avanzate .
Può sembrare una cosa di poco conto, ma se incominciamo ad efficientare la macchina del referendum evitando in futuro nuove consultazioni inutili , rendiamo un servizio al nostro Paese che saprà affrontare meglio le difficili sfide competitive dei tempi attuali . A questo compito il Governo (qualsiasi Governo) dovrebbe porre la massima attenzione se vuole veramente modernizzare il Paese.

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