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al testo di Roberto Maggiani
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Ai bisnonni ai nonni ai padri e alle madri che ci hanno consegnato un’Europa libera dal nazifascismo. In memoria.
Il mio bisnonno ‘Ng’lìn teneva sempre una roncola infilata nella cintura dietro la schiena. Una mattina presto si appostò in attesa del funzionario fascista lo prese per il bavero e lo minacciò di avvolgergli le budella intorno al collo se non gli avesse dato un lavoro anche senza la tessera. Uscì indenne da quell’impresa.
Suo figlio Svà richiamato alle armi prestò servizio nella Milmart alla Rocchetta dove i cannoni erano puntati a difesa del porto de La Spezia ma non appena Badoglio proclamò l’Armistizio l’8 settembre del Quarantatre se ne venne via insieme a molti altri che col fascismo non volevano spartire nulla – entrò nelle milizie partigiane e fu chiamato ‘l partidziàn d’i fadzóli.
L’altro bisnonno chiamato Tunìn durante un rastrellamento a Carrara fu catturato e deportato in Germania – da Carpi riuscì a inviare di fortuna un messaggio alla sua sposa:
“Ti mando questo mio biglietto per farti sapere mie notizie. Dunque di qui io parto per la Germania non pensare a me pensi per te tanto lo sai che questa è una sorte che bisogna subirla speriamo di ritrovarsi presto a casa nostra tutti insieme.”
Non fece ritorno – neppure in forma di sole ossa.
In quella casa – la mia – con sacrificio e pena non entrarono mai l’arroganza nazi-fascista la coercizione l’abominio della discriminazione il profondo male antisionista.
Come per mio nonno ‘Ng’lìn mi va la mano alla cintura dietro la schiena ogni volta che quell’ombra infame si avvicina.
Note MILMART. La Milizia Marittima di Artiglieria era una specialità di artiglieria della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. La MILMART si occupava della difesa delle piazzeforti delle basi navali, dei previsti punti di sbarco e delle isole minori. La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (in acronimo MVSN) fu un corpo di polizia civile ad ordinamento militare, dell’Italia fascista (spesso genericamente identificata con la locuzione camicie nere a causa delle camicie di colore nero adottate quale parte della divisa, come spesso indicato anche nella storiografia non italiana). Armistizio dell’8 settembre 1943. Il proclama di armistizio di Badoglio dell’8 settembre 1943, costituisce l’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio con gli Alleati. Il messaggio, letto dal maresciallo Pietro Badoglio (Capo del governo e maresciallo d’Italia) alle 19:42 al microfono dell’EIAR, annunciò alla popolazione italiana l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, firmato con gli anglo-americani il giorno 3 dello stesso mese. Più della metà dei soldati in servizio nella penisola abbandonarono le armi e tornarono alle loro case in abiti civili. ‘Ng’lìn: in dialetto carrarese è il diminutivo del nome Angelo (Maggiani Angelo, detto Il moretto, cavatore). Svà: in dialetto carrarese è un troncamento del nome Osvaldo. Tunìn: in dialetto carrarese significa Tonino che sarebbe il diminutivo troncato di Antonio (Caleo Antonio, marinaio) ‘l partidziàn d’i fadzóli: in dialetto carrarese significa “Il partigiano dei fagioli” I versi tra virgolette sono tratti dalla lettera autografa del bisnonno Tunìn, sono evidentemente sgrammaticati. Scrisse la lettera al volo su un pezzo di carta gialla per alimenti e la consegnò a una persona che da Carpi stava andando a Carrara.
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