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Da una barca a vela

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Da una barca a vela

la prima volta

l'avevo vista

stesa sulla spiaggia

tutta d'oro e cioccolata

Da un cartellone mi sorrideva

ammiccando a tutti e a nessuno

e poi tra un groviglio

di erbacce scatenate

e forse mentre spalavo carbone

in una vita precedente

Io sono quel che credo

di imparare da una piccola finestra

che dà sul campo di pallone

Voglio vivere sul fondo

delle umane possibilità

passando inosservato

ma lei no

lei era un fuoco pirotecnico

una soffiatrice di bolle di sapone

nella cristalleria al centro

una che non ha bisogno

di alzare la voce per farsi sentire

una inseguita per sempre

dalla soggettività più sconvolgente

e scardinata

Pensavo ai suoi elementi evocativi

a una campagna schiaffeggiata

da un piovasco occasionale

o a un letto d'acqua blu

dove un giovane pittore

ha scelto il suicidio

e nello stesso tempo

io agito la giacca gialla

e m'immergo in una sua lettura orizzontale

La rivedrò domani e domani ancora

mi guarderà senza intenzione

lasciando freddo il suo caffè

ma non ci incontreremo mai

ci sfioreremo forse

si toccheranno le stoffe

e sarà il massimo ideale

Le sarò suppongo

debitore di un torpore metropolitano

dopo tante albe febbricitanti

trascorse ad indovinarne

la consistenza dei seni

la ptialina dei baci

l'amarezza di un nome lunghissimo

Il mio tempo si restringe

ho ore limitate

l'illusione di amarla

resta perlomeno

un arco trionfale

E così ogni tanto

mi fermo a risplendere

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