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Il racconto di No

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Quando smise di piovere
spalancai l’uscio
e cacciai fuori il cane
così vecchio che puzzava di morte.
Portai i sacchi dei vuoti
alla differenziata,
tagliai la barba incanutita
con una vecchia bilama.
- Si ricomincia a vivere-
Mi dissi, accendendo la radio,
volevo una colonna sonora
per il resto dei giorni.
Gli amici del bar alzarono il bicchiere:
- Ben tornato Noè! -
Quanto tempo era passato?
Forse tre anni, cinque, oppure dieci,
forse m’ero confuso:
i conti delle primavere
non tornavano mai.
Il cielo bianco, il volo solitario
del falco, il respiro sporco
delle ciminiere, questo mi apparve
quando sporsi il capo dalla finestra.
Per giorni e giorni
nel cielo vuoto della notte
grandi ali trascorsero sui vetri
impauriti e tremuli.
Salivano dai moli
inni patriottici:
ve lo giuro, credetemi
dai moli deserti!
Vidi all’orizzonte i fuochi
ergersi sulle tenebre,
verminosi serpeggiare
tra le macerie urbane.
Udii tristi lamenti
di campane a morto.
- Noè, vecchio ubriacone
quante bottiglie hai scolato? -
Nel mare grigio della prima luce
bianchi vascelli
vomitavano giovani soldati
dalle divise lacere,
sanguinanti nelle membra e nell’anima.
Poi la pioggia coperse ogni cosa.
Quante dure gallette ho triturato
con i denti di pietra! Solo,
parlavo col mio cane
e lui ascoltava in silenzio.
M’illudevo che fosse d’accordo.
Ho visto un giorno
nel carminio del tramonto
una città affondare
con le sue musiche
le sue luci accese, magnifiche!
Fino all’ultimo istante
fino a quando l’ultimo pennone
del palazzo più alto
si fu inabissato.
Ho teso reti in fondo al mare,
ho pescato bambini
dormienti, impalliditi.
Ho visto leoni passeggiare
dove le onde lambiscono i deserti,
ma forse quello fu un miraggio
un sogno…
Una sera
con la bicicletta di Otello
andai sul molo:
i bianchi vascelli erano tornati,
dormivano alla fonda
dopo avere deposto
il loro carico umano
di reclute e ammiragli.
Inni correvano per l’aria,
fanfare militari, scoppi di cannone.
Vidi riemergere dall’acqua
con le sue luci accese
e le sue voci,
i suoi palazzi di cristallo
la città sconosciuta.
-Noè, per caso
Non sarà l’ennesima sbronza! –
Mi dissi.


 Loredana Savelli - 18/02/2010 10:32:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Bellissimo racconto! Cinematograficamente efficace. Povero Noè, ma a modo suo mi sembra felice.

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