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al testo di Vincenzo Moggia
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Grava il cielo come un mare grigio, lumi di barche disperse in una nebbia di luce incerta. Non parlano ma sanno.
La strada tremola nell'umido, muta, non sussurra il vento che scuote l'erba. L'eco retorica di distanze intuite.
Dietro le case immobili roboando i cieli molteplici rispondono zitti alla reticenza dell'azzurro inverso al tramonto.
Così il blu si trattiene, riverbero luminoso sui contorni convessi dei vetri, sulle onde in attesa nel verde.
Resto fermo o procedo, lungo l'aria elettrica, nel nero brillante dove la stella compare inattesa, che sa, ma non dice.
Così si palesa la manifesta omertà delle cose. |
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