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al testo di Silvia Biancheri
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Lambiscono le acque i miei ricordi
sovrastati da bionde colline di fumo innalzati su maestà supreme, ovattati nel mattino dorato. E' un immenso respiro alla vita che mi libra al sole velato. Sfioro il bianco marmo di lapidi severe, di antiche memorie, leggera sollevo l'anima a me stessa. Attraverso immense distese alberate che cantano inconsolabili nel dolore. A loro mi unisco, bagnata da lacrime ed acqua sincera di fiume. La nuda pietra percuote ogni pensiero sgretolandosi al ritmo di sordi passi, scendo scale pulite dal fuoco, candide da ferire il mio sguardo. Avvolta in fredde spire si dibatte ogni ragione: soccombere è lieto gioco, ma fa piangere ridere di quel destino. E' la fine perire di strazio, è il risveglio voltarmi al respiro. Ora so che sei, la tua mano sul fianco destro, il tuo sorriso nel mio cielo, il tuo nome ho nel cuore. Estremo dolore sulla schiena donano le ali spiegate al nuovo volo. Ma per la gioia ardo, nella gioia vivo, solo gioia vedo: il tuo volto guardo. |
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