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al testo di Alberto Rizzi
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cigolio rugginito di motori che scorre da’ palazzi ‘torn’a noi
poche persone abbandonate a’ marciapiedi stanchi al chiuso della città questa e nostra e fari d’auto che guardan soppiattósi in bàssoriflèsso s’umido d’asfalto del viale che contìnua in fondolà
Senz’un fremersi un tremolarsi la pioggia cade la su’ ‘ngoscia nel favorir lo smorzarsi dei colori piano e indifferenti tutti
Possiamo farcela prego che tu voglia
vivere via da propagande stinte neon/nate luci e fredde via dal fracidarsi piovoso delle vesti via da un dio di stolti che códasemòrde propria gagliardo d’impotenza
Casa è dove che s’esiste piano istànt’apprèss’istànte è l’auto in cui lasciàrs’andàr per d’amor d’amici smarrimento ce se lasci andar al seguitar costante del corso de la pluvia riannegar sterili sere in ricerca d’abbandon lasciate
(tratta dalla raccolta “Luoghi accettati”, autopubblicata nel 2001 e disponibile presso l’autore) |
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