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al testo di Sabyr
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Fedele compagna mi è questa malinconia come un male cronico eppure sottile
e m'attraversa in ogni stagione come perenne cielo d'inverno densità grigia nel silenzio che stancamente contemplo
ho nel cuore il sogno di un poeta assassinato all'alba ed ho nella mente le ombre lunghe della sera
e il mio fiume è lento tra le rocce nel ricordo remoto di un'impetuosa cascata
La dannazione perpetua d'amare ogni dolce veleno con cui la vita spesso mi alletta frutto dalla tenera polpa
nettare poi contaminato dal nocciolo amaro succo che delude la bocca la voluttà spesso tradisce il piacere
e lo corrompe in dolore ed io sono splendida maestra in questo processo alchemico che non conosce antidoto
e conto le spine rovi che han messo radici nell'inquieto spirito mio sono abbastanza per trafiggere
come nere stelle morte il corpo della notte che si stende su di me come un amante senza amore
Non rattristatevi di queste parole il cieco impara ad amare il suo buio e forse più di altri persi nel sole può scorgere la luce più rara
quella incompresa delle tenebre... |
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