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Il Re nudo

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Il Re è nudo.
Comunque vada a finire questa manovra finanziaria, la terza del 2011, il governo Berlusconi è venuto meno all’unica promessa che doveva mantenere: non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Non che gli italiani ci credessero ancora, alla promessa. Chi ha perso è il Berlusconi politico, l’uomo in cui gli italiani nell’ultimo ventennio avevano riposto la fiducia per continuare a mantenere un futuro da “soap opera” e invece si sono ritrovati senza più futuro.
Certo la crisi è di quelle toste, una crisi così la si vede una volta sola in un secolo, “ è peggio della crisi del 1929” ha dichiarato il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner ancora ieri sbarcando a Marsiglia per la riunione del G 7 e si può continuare a parlare delle varie cause scatenanti questa crisi, la globalizzazione, la finanza malata, l’euro debole, l’Europa che di fatto politicamente non esiste e via dicendo.
Ma tutti questi fattori chiamiamoli “negativi” valgono per tutti i Governi, per tutti gli Stati. Come è possibile che l’Italia in questi ultimi venti anni invece di crescere stia regredendo ? Non voglio in questa sede tediare i lettori con numeri e statistiche, per chi volesse i numeri esiste il bellissimo e completissimo sito dell’Istat a cui vi rimando (http://www.istat.it/it/).
La mia breve analisi vuole essere più che altro politica: occorre a questo punto che il popolo italiano tiri le conseguenze di questo ventennio politico. Dal 1991 al 2011 Berlusconi e i suoi alleati hanno governato dal maggio 1994 al gennaio 1995 ; dal giugno 2001 al maggio 2006 e dal maggio 2008 ad oggi. La Sinistra con Prodi/D’Alema dal gennaio 1995 al giugno 2001 e dal maggio 2006 al maggio 2008.
Quando Berlusconi scese in campo politicamente (inizi anni ’90) volle occupare lo spazio lasciato vuoto dalla Democrazia Cristiana e convinse gli italiani, soprattutto una larga fetta di elettorato cattolico, che non dovevano votare a sinistra, che ora era lui l’erede di De Gasperi, era lui il difensore degli ideali cattolici e borghesi, dei piccoli imprenditori come della famiglia, della libertà spirituale e di quella economica. Con lui gli italiani avrebbero continuato a crescere e lo Stato si sarebbe fatto da parte, non si sarebbe intromesso troppo in economia, ma avrebbe difeso i valori della Patria contro una politica della Sinistra che andava nella direzione opposta in tutti i campi.
Gli italiani gli credettero, anche perché la proposta era ben servita con una campagna mediatica e di informazione senza precedenti, come non si era mai vista prima nel panorama politico italiano. Nessuno, prima di Berlusconi, aveva mai fondato un partito, raccolto milioni di voti e vinto le elezioni nel giro di un paio di anni.
Una tale forza d’urto cosa ha portato inevitabilmente con sé? Una contrapposizione tra gli opposti schieramenti come mai prima d’ora si era avuta. E forse sta proprio qui il nocciolo del problema attuale. In Italia, come del resto accade in tutti i Paesi civili, prima della discesa in campo di Berlusconi, quando si doveva affrontare una crisi economica grave, i principali partiti politici mettevano da parte le proprie divergenti visioni e cercavano di convogliare le energie sulle cose da fare per uscire insieme dalla crisi. Ora questo sembra impossibile da realizzarsi perché il clima politico è troppo carico di tensioni, di veleni, di cattiverie e piccoli interessi particolari che fanno perdere di vista il Bene Comune.
Ora credo che se Berlusconi vuole passare alla Storia come grande Statista, ha ancora la possibilità di farlo e in una situazione grave come quella attuale può compiere quel passo in avanti ormai da molti richiesto, rassegnando le proprie dimissioni e permettendo la formazione di un grande Governo di solidarietà nazionale che, superando i veti incrociati, permetta all’Italia di voltare veramente pagina e di ricominciare a sperare.

 Lorenzo Starone - 23/10/2011 08:00:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Starone » ]

Berlusconi non ha nessuna possibilità di passare alla storia come grande statista, qualunque cosa faccia!

 Maria Musik - 11/09/2011 21:10:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Il telegiornale amplifica le parole del Re proprio mentre leggo... nudo? No, per niente! Sta "facendo il suo dovere" e, poi, "si presenterà ai magistrati". Sta traghettando l’Italia fuori dalla crisi. Non se ne parla proprio di dimissioni. Non è colpa sua! Pagheremo tutto, pagheremo tutti... lui, però, i soldi per pagare li ha ed anche tutti i suoi pari di destra e di sinistra! Sì, ho scritto sinistra: una sinistra inetta, falsa, che ci ha tradito contando sul fatto che, obtorto collo, pur di non votare per questa maggioranza, non abbiamo potuto dimostrargli fattivamente, togliendogli il consenso, che non ci sentivamo più rappresentati dai suoi uomini. Una sinistra contaminata dal liberismo, dall’edonismo sfrenato, dal berlusconismo, da un federalismo che puzza, lontano un miglio, di secessionismo e di scarico di responsabilità sul famigerato capro espiatorio.
Siamo fuori controllo: non più Stato Unitario ma senza l’ombra della consistenza e della maturità etica che deve avere un paese per scegliere di costituire un governo federale, dato che del federalismo noi avremo soltando la fiscalizzazione ma non la solidarietà nè la convinzione di appartenere ad un unico corpo chiamato Patria; senza più statisti, con un Parlamento che ci costa cifre impossibili e meriterebbe di dover restituire di tasca proprioa il mal tolto. Il debito italiano lo potrebbero ripianare ampiamente autotassandosi, rinunciando ai privilegi di casta e gli rimarebbe ancora di che vivere ampiamente al di sopra di quanti fra noi campano di stipendio, cioè di quelli che, malgrado i sacrifici, ancora ce la fanno.
E, come Loredana, penso che non basta che il Re scenda dal trono perchè i suoi vassalli, valvassini e valvassori attendono, appolaiati od acquattati, per fare scempio del campo di battaglia. Neri corvi e rossicce iene attendono i saldi di un Paese in svendita!
Disperata no ma, a dir poco, preoccupata, convinta che ci vorrà un decennio, se non un ventennio, per rimettere le cose a posto e turbata dal fatto che, comunque, poteri massonici, finanziari, sovranazionali, globali e, spesso, sconosciuti o ben camuffati, possono determinare il nostro futuro, al di là e al di sopra di ogni nostro sforzo, sacrificio, "conversione" e che tutto questo può accadere senza che si abbia la minima possibilità di sapere, avere almeno il bene di capire da chi e da cosa dipende la nostra ripresa o la nostra disfatta.
Non dobbiamo e non possiamo mollare e, per quanto questo mio discorso possa apparire “filosofico” e poco pragmatico, molto dipenderà dal pensare più che dal fare. Ritengo che oggi siamo chiamati a risvegliarci, a vigilare, ad usare tutti i mezzi a nostra disposizione per cercare informazioni, frammenti di verità per ricostruire, come un difficilissimo puzzle, un quadro di riferimento, non dico certo ed attendibile, ma almeno orientativo. Ancora una volta, la salvezza discende dalla conoscenza. E la conoscenza deve essere condivisa, data a tutti come il pane quotidiano. Chi riesce a catturare una informazione certa ha il dovere della divulgazione. A questo siamo chiamati.

 Loredana Savelli - 11/09/2011 20:03:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

La situazione, dal mio modesto punto di vista, è anche peggiore di quella che tu hai così correttamente e chiaramente descritto.
Pertanto, mio malgrado, sono tra quelli che nutrono poche speranze riguardo al fatto che l’Italia possa voltare pagina con le "semplici" dimissioni del nostro attuale premier. Lo scettiscismo nasce purtroppo dal constatare ogni giorno di più quanto sia impenetrabile la trama di quei "piccoli interessi particolari che fanno perdere di vista il Bene Comune", ciò che è diventato in pratica una mentalità corrente, uno stile di comportamento per la maggior parte e, ahimé, anche per più giovani, i quali, d’altra parte, non hanno avuto altri modelli.
Ma lungi da me la disperazione. Dico soltanto che sarà lunga la strada, l’Italia politicamente è infantile, bisogna che cresca e forse ci vorranno i traumi e le brutte esperienze.
Scusami quest’amarezza, e grazie per la tua analisi.

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