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al testo di Klara Rubino
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TSUNAMI
Un attimo prima strani, cupi voli su correnti senza posa, controsenso, controvento, contrarie.
Anche la sottile primaverile essenza ne fu coinvolta; e raggelata.
Marmoree tenebre precipitarono a terra. La terra tuonò. Fu tremore, cavernoso fragore.
Avanzarono lente e torbide le inesorabili acque sequestrando il cemento e le mani alzate, aperte, dei bambini.
Anche la pura e cristallina essenza si mutò in buio.
Sei sulla collina. L’anima ti è rimasta attaccata al corpo,
anche se non sai dove dirigere l’istinto d’ andare, come se fissamente sempre, nel vuoto penzolassero i piedi.
Solo per un attimo, quello, l’attimo prima, se n’era evasa, poi t’ha aiutato, più ch’ ha potuto t’ha aiutato e
ora sai che il sole asciugherà, anche le tue ossa, che torneranno su quei campi sconnessi e sconvolti, alte e verdi, le profumate spighe di grano acerbo.
Se ne farà di nuovo pane e senti già sapore di desco familiare, d’amore.
Intanto l’ultima colomba, che ti pare ancora grigia, scrive in etere col suo angelico nero becco Finché sei uomo non sfidare le forze di Natura. |
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