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Pace

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"Pregate per la pace, la pace, la pace."

 

(Da un messaggio di Medjugorje.) 

 

 

"Che bel prato inglese."

"Sarebbe perfetto per un campo di calcio."

"Magari il campo della nostra scuola fosse così."

"Già, invece dobbiamo giocare in un campetto sportivo spelacchiato."

La scolaresca scorrazzava nel verde prato cosparso di candide croci, perfettamente allineate come militari schierati per una rassegna ufficiale. Difatti era un cimitero dove riposavano le spoglie mortali di soldati alleati caduti durante la seconda guerra mondiale.

"È pure merito loro," disse l'insegnante "se noi adesso abbiamo pace e libertà. Una pace sempre più in pericolo, e una libertà di cui spesso si abusa."

"Questa tomba è diversa."

"Non ha la croce."

"Ha una girandola."

"No, è una stella."

"Quella è la stella a sei punte di David, ragazzi. Essa è il simbolo della religione ebraica. In quella tomba c'è sepolto un soldato ebreo."

Qualcuno pose sulla stella bianca una rosa rossa con parecchie foglie verdi.

"Le tre religioni monoteiste hanno un capostipite comune: Abramo. Egli è il patriarca dell'ebraismo, del cristianesimo, dell'islamismo."

Nel silenzio del cimitero un'ala di vento avvolse in un unico abbraccio vivi e defunti.

"Ragazzi, chi vuole reciti una preghiera. L'eterno riposo dona a tutti loro, o Signore, e splenda a essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen."

"Pace." disse un ragazzo cattolico.

"Shalom." disse una ragazza ebrea.

"Salam." disse un ragazzo musulmano.

La scolaresca sciamò via. Nel cimitero restò soltanto la persona che aveva posto la rosa sopra la tomba: una mesta vecchietta. Ella sedé sull'erba, poggiò la schiena alla stele col fiore e sospirò.

"Ecco come preferisco stare qui. Senza nessuno in giro, da sola con te, Ronald."

"Anch'io, Rosalind."

"Quanti anni son passati?"

"Tanti."

"Com'è lento il tempo dell'attesa."

"Ma passa."

"Io avrei voluto morire giovane con te. E invece sono invecchiata senza te."

"C'è un disegno divino."

"Mi ami ancora, anche se sono ormai vecchia?"

"Io vedo la tua anima, Rosalind, ed essa è bella. Sei ancor più bella di quand'eri giovane."

"Sono stanca di aspettare, Ronald. Languo dal desiderio di rivederti. Quanto manca al nostro ricongiungimento? Quanto manca per andar insieme a Casa?"

"Ormai ci siamo. È giunta l'ora. L'attesa è finita finalmente, per te e per me. Tu hai finito il tuo pellegrinaggio terreno, e io ho finito la mia purificazione spirituale, anche grazie alle tue amorose preghiere. Adesso possiamo andare insieme nella pace della Luce!"

"Da tanti anni aspetto questo momento!"

Comparve un bel giovane in divisa da ufficiale. Lui con galanteria si chinò e porse la mano alla donna per aiutarla ad alzarsi. Lei la prese e si mise in piedi, mentre il suo corpo si abbatteva sull'erba della tomba. La donna era giovane e aveva un elegante abito anni Quaranta.

"Ronald!"

"Rosalind!"

La bella coppia con slancio si abbracciò e si baciò. Nel cimitero silente l'altra ala di vento l'avvolse e la sollevò verso il cielo sfolgorante.

Dove scomparve.

 

(Racconto già pubblicato da Il Maestrale.)

 

 Gaetano Lo Castro - 13/11/2017 12:48:00 [ leggi altri commenti di Gaetano Lo Castro » ]

Il tuo apprezzamento al mio racconto mi è tanto gradito, Veronica, e ti ringrazio!
Mi piace assai la citazione di Francesco De Sanctis della tua pagina:
"La parola è potentissima quando viene dall’anima e mette in moto tutte le facoltà dell’anima dei suoi lettori; ma, quando il di dentro è vuoto e la parola non esprime che se stessa, riesce insipida e noiosa."
Per un autore è molto bello il riuscire a realizzare almeno un po’ ciò.

 Veronica Mogildea - 12/11/2017 13:04:00 [ leggi altri commenti di Veronica Mogildea » ]

Veramente, bello! Complimenti! Un perfetto equilibrio fra poesia e realismo

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