LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Serenella Menichetti
|
|||
Quando scrivo. Quando scrivo apro la porta di un sogno. Entro in punta di piedi, dopo inizio a camminare speditamente. “No, non hai capito non è propriamente un sogno certo, gli assomiglia. “E' una situazione quasi paranormale” No, non posso uscire per accendere il gas. Lavare l'insalata. Scaldare il sugo. Anche se quel sugo alle vongole è delizioso.” “Quando sono nel mio sogno, penso ad altro. La cucina è talmente lontana. Si, anche tu sei distante. Anzi ad essere sincera non ci sei proprio. Neppure io ci sono. E non c'è nemmeno la nostra casa. Addirittura non c'è questo piccolo studio dove mi ostino a battere lettere, costruire parole, edificare concetti, innalzare universi. Partorisco personaggi che non ho mai visto Vengono alla luce, così: come le nostre figlie. E devo dargli un nome, un vestito e pure cibo.” “Ti ricordi quanto era carina la mise del battesimo di Giulia? Bisso bianco, smerlato di rosso.” “Io sono la madre, quella che non compare sulla scena. Ma ci sono, esisto. Comunque se hai proprio fame, scongela il sugo e fatti un piatto di pasta. Io devo assentarmi.” Quanto? Non posso saperlo, non voglio saperlo. Nel mio sogno, il tempo, non è contemplato. Solitamente: prima di entrare, appoggio la zavorra delle ore, fuori dalla stanza.” Serenella. |
|