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al testo di Roberto Maggiani
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a tutte le tue vittime
Se tu avessi scelto di rimanere semplicemente un ragazzo tunisino e non di farti terrorista e la moschea fosse stata per te la casa della tua anima e lì in piedi con le mani vicino al capo le palme aperte e rivolte in avanti – non altrove come un invasato – avessi pronunciato Allah akbar allora chiusi gli occhi avresti iniziato il vero viaggio nella maestà di Dio.
E se con le mani incrociate sul ventre avessi iniziato a pronunciare la sura iniziale del Corano ascoltando fino in fondo il suono delle tue parole gentili – anziché quelle tremende di odio – nel tuo cuore sarebbe risuonato il nome di Dio e avresti detto: “Prendo rifugio in Allah contro Satana il lapidato”. Allora uscendo dalla moschea avresti fatto buone azioni in nome di Allah il Compassionevole, il Misericordioso.
E se terminato il numero richiesto di raka’āt seduto sulle caviglie avessi innalzato al cielo queste parole: “Ogni nostra adorazione, ogni nostra preghiera, ogni nostra buona azione è per Allah. Pace, misericordia e le benedizioni di Allah siano su di te, o Profeta. La pace sia su di noi.” Allora avresti compreso il significato della pace.
Invece non è andata così la tua anima non ha preso rifugio in Allah e il Lapidato ti ha colpito con la sua ira furibonda destando in te odio e menzogna.
Se tu avessi ascoltato il suono della tua voce nella moschea e compreso il significato delle tue parole non avresti preso quel camion e saresti rimasto il ragazzo che eri e avresti lodato Dio con la tua vita e Lui si sarebbe ricordato di te al termine della tua corsa.
Note Allah akbar: Dio è il più grande Sura: Ognuna delle 114 ripartizioni testuali (grossolanamente “capitoli”) in cui è diviso il Corano. Raka’at: Consiste in una sequenza di movimenti e parole eseguiti dai musulmani mentre offrono la preghiere a Dio.
Fonti: Wikipedia e www.sufi.it
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