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Due riflessioni su recenti fatti di cronaca

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Il primo fatto: l’assoluzione di Amanda e Raffaele dall’accusa di aver ucciso la giovane Meredith Kercher. Premesso che le sentenze di Tribunale emesse in nome del Popolo italiano non si discutono, mi sorgono spontaneamente tre riflessioni. 1°) I due giovani credo abbiano diritto ad un risarcimento danni per aver trascorso circa quattro anni in prigione, ingiustamente privati della libertà personale. Ma a parte il risarcimento monetario, chi restituisce ai due giovani la possibilità di rivivere da uomini liberi gli oltre mille giorni di prigionia? 2°) Non credo che in questo caso si possa parlare di errore giudiziario. Semmai credo che in quattro anni di indagini, gli inquirenti non siano riusciti a produrre prove “inconfutabili” da convincere oltre ogni ragionevole dubbio una Giuria Popolare d’Appello della colpevolezza degli indagati. E questo è sicuramente da imputarsi all’Accusa. E allora mi sorge una domanda: quanto denaro pubblico è stato speso inutilmente, direi sperperato, nel corso di questi quattro anni di indagini? 3°) Occorre sicuramente migliorare l’efficienza di tutto il procedimento processuale. Primo per arrivare più velocemente ad una sentenza che accerti definitivamente assoluzioni o colpe. Secondo perché i costi diretti e indiretti di procedimenti giudiziari così lunghi in periodi di crisi economica non possiamo più sostenerli. Terzo per una questione di “Giustizia” con la G maiuscola. Quattro anni per arrivare ad una sentenza di assoluzione in un caso come quello di Perugia, dove gli attori, le parti in causa e i fatti processuali sono stati da subito individuati e studiati mi sembrano eccessivi.

Il secondo fatto che voglio commentare e che per certi aspetti è legato al primo è la decisione del GIP di Pinerolo di ordinare la distruzione della c.d. lista Falciani contenente l’elenco di oltre 7000 presunti evasori fiscali italiani che avevano aperto un conto corrente presso una banca svizzera. Tale elenco, in realtà contenente circa 80.000 nomi di “clienti” della banca, era stato trafugato illegalmente dal dipendente bancario “infedele”. Attraverso vari passaggi, l’elenco era poi arrivato nelle mani dell’Agenzia delle Entrate italiane che aveva iniziato le indagini a carico dei presunti evasori e aveva iniziato i primi procedimenti. E proprio nel corso di uno di questi primi processi in corso a Pinerolo, il GIP ha dichiarato l’inammissibilità dell’utilizzo del documento trafugato illegalmente, ritenendo corretto applicare a questo caso un articolo della legge del 2006 promulgata dopo il clamoroso caso scoppiato intorno alla Security di Telecom/Pirelli, articolo che impone la distruzione dei «documenti illecitamente acquisiti» e condanna a 6 anni chi continua a detenerli (7 se pubblico ufficiale). Anche in questo caso non commento la decisione del GIP che, dovendo applicare la legge, non può sottrarsi ad essa. Il problema qui è sostanzialmente politico: può in questo particolare periodo storico un Governo che sta facendo della lotta all’evasione fiscale una bandiera nazionale, assistere alla distruzione di un elenco contenente i nomi di 7000 presunti evasori fiscali senza fare nulla per evitare tale azione? Che credibilità potrà avere il Presidente del Consiglio o il suo Ministro dell’Economia e Finanze quando parlano agli italiani di lotta all’evasione, se la lista Falciani venisse distrutta o resa inutilizzabile ai fini delle indagini su eventuali evasioni fiscali di contribuenti furbettini… Certo, la lista in questione all’origine è stata trafugata da un dipendente infedele di una banca svizzera, ma il reato del dipendente compiuto nei confronti del suo datore di lavoro non mi sembra che tolga valore ai dati contenuti nella lista, anzi la fonte per il tipo di indagine in questione mi sembra tra le più autorevoli. Questo episodio mi fa tornare alla mente il caso di un magistrato della Corte di Cassazione che di fatto causava la scarcerazione dei boss mafiosi condannati in via definitiva annullando le sentenze perché nelle stesse, una volta depositate, mancava un timbro o una firma del giudice o del cancelliere. Forse bisogna pensare a modificare la legge… Del resto, lo avevano scritto per primi duemila anni fa i nostri padri: "summum ius, summa iniuria".

 antonella policastrese - 06/10/2011 12:38:00 [ leggi altri commenti di antonella policastrese » ]

Quando si parla di giudici eversivi, toghe rosse processi fatti per persecuzione verso una persona è chiaro che si crea una frattura larga quanto una voragine, senza nessun punto di ritorno. Stiamo assistendo a uno spettacolo poco edificante e indecoroso e ogni caso diventa strumentale per scovare il colpevole che ha azionato il detonatore facendo scoppiare la bomba.
Perugia e la lista Falciani.
Due casi emblematici. Il primo trasformato in uno spettacolo da Grande Fratello,dove dal giorno dell’arresto i protagonisti di questa storia sono stati tenuti sotto i riflettori, esposti al giudizio mediatico.
Premesso che i processi si svolgono in tribunale se si è arrivati a questo è per indagini fatte male, indizi, reperti trascurati, poca esperienza di saper leggere la scena del delitto. Tutto questo si ravvisa in altri casi dove spesso e volentieri per mancanza di prove deperite e non cercate molti delitti rimangono irrisolti e i casi chiusi, senza che si arrivi in sede di dibattimento processuale. Squallido ma purtroppo è così. Ragion per cui ci vorrebbe una riforma sulla Giustizia che garantisca Giustizia a tutti i cittadini di ogni classe sociale.Si evince infatti che in questo momento il problema della Giustizia è un’onda cavalcata dal presidente del consiglio per le sue beghe personali e infatti pur di ottenere ciò che vuole sta passando la legge per bloccare le intercettazioni, strumento purtroppo necessario per le indagini di mafia e non solo. Il sistema è marcio e purtroppo la peculiarità tutta italiana è che chi è un concusso o pratica la corruzione per affermare il principio "d’illegalità" viene premiato e trattato come un uomo di grande talento.
La lista Falciani non a caso è la dimostrazione pratica del teorema. Si condanna l’evasione, si fanno gli spot pubblicitari e in un momento di crisi come questo, nessun politico che alzi la voce per opporsi alla distruzione della Lista. La lista è vita, in questo caso sarebbe fonte di verità e Giustizia. Ma quei magistrati che sanno di essere nel mirino di politici senza scrupoli, fanno prima ad ordinarne la distruzione piuttosto che utilizzarla.Insomma in Italia il Garantismo esiste solo per alcuni personaggi che sono così ciechi da non vedere che una riforma della Giustizia è vero ci vuole, ma non ora e con simili modalità.Troppe cose stridono e sarebbe ora che si affermasse il principio della ragione epurando quegli uomini che vogliono trattare la ragione come se fosse un cavallo imbizzarrito rendendolo ancora più furioso. Ci sono già troppo dementi in giro allungare la lista sarebbe davvero troppo...

P.S.
E’ sempre un piacere rispondere ai tuoi commenti.

 Gianpiero - 06/10/2011 08:47:00 [ leggi altri commenti di Gianpiero » ]

Lorenzo, sono d’accordo con te al 1000 per cento.
Gianpiero

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