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al testo di Amina Narimi
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Vedono un fiore le farfalle notturne In ogni luce Il vecchio tiglio di fronte all'entrata è l'ultima cosa, ogni sera, che mi accompagna fra strisce di nebbia e il lavoro paziente, sempre incompiuto, di ritrovarti gemello, restituito e vero. In ogni ramo un paesaggio appena definito nel movimento originario è la tua mano, che nasce e riposa in un solo respiro nel grande silenzio. Quando tutto scurisce imparo a vederti nella bellezza dell'ombra. E' un luogo in più e un caldo respirare si tramanda della nostra assenza, tra morti sottili e tanta vita come dipingere dimenticando di usare i colori indicando in un punto col dito il tuo viso. L'estrema possibilità dell'amore, non credi? Ti scrivo con tutto ciò che è minuscolo trovando posto a ogni cosa. Ecco il mio dolore, senza un lamento fino al calore più intimo di questa notte, remota matrice che vibra e compare da dove siamo partiti. Sei tutto quello che è qui, basta voltarsi pochissimo, per un momento, alla luce, e la pianta risale l’argilla e vi ritorna, con lo stesso coraggio. Ora sai come dispongo della mia solitudine, in religione. Sotto il tuo volto, che come una stella sta sopra di me, profondamente, intatta e paziente nel movimento puro e naturale del buio. Al confine della voce là dove essa diviene nuovamente silenzio è l’ultima cosa, ogni sera, dorata.
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Silvia De Angelis
- 18/10/2016 19:41:00
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Unatmosfera particolare, in questa lirica, intinta in suoni di vita,che rilasciano una profonda eco... Un abbraccio, Amina,silvia
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Amina Narimi
- 08/10/2016 23:33:00
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siete fili doro tra i segni della pelle, a ricordare il luogo originario di altro vento, , se ci passo sopra le dita, tutto rinviene, dove vanno a finire le cose
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Cristiano Zoli
- 08/10/2016 23:16:00
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Vieni teniamoci per mano in quest’istante di rivelazione tra gli alberi e le foglie Se chiudi gli occhi stringi le dita tra le dita tieni il respiro in serbo P r e c i p i t i sotto le radici e puoi vedere il mondo che ti manca e che ti nutre come una Madre ora prima degli occhi tu la senti venire.
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Gil
- 08/10/2016 09:56:00
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È sempre una scalata di ardua ascensione raggiungere le vette spirituali di Amina - non sorprende laggettivo, poiché quel risalire largilla della pianta e quel suo tornarvi con coraggio, dicono in versi di alta densità significativa, ciò che lautrice vede nellIndicibile e ridona in beatitudine darte e di Dio al suo fortunato lettore. Ma se arduo è ciò, arduo è anche affermare, ci vuole limpudenza di un cencioso come me, che questa poesia è il suo capolavoro, il suo "testamento poetico" (e non sembri ferale, ché non lo è, sembri ciò che è: la consegna del prezioso che questa poetessa e questa Donna racchiude in sé, ricca di doni anche perché docile allo Spirito continuamente ne attira dal suo Dio che lama senza misura. Non sembri un deragliamento questo afflato religioso che vi colgo, poiché non si riferisce tanto ad un credo specifico quanto strutturato, né ad un devozionismo panreligioso, quanto all’aver centrato la "pazzia dellAmore”, che sa manifestarsi Sé anche quando solo nella" estrema possibilità dellamore", che fa delle "morti sottili", della reciproca "assenza" e della propria "solitudine" la religiosità di un legame, diventa quel "luogo in più" dove abita finalmente chi vede "la bellezza dellombra", chi dipinge " dimenticando di usare i colori" eppure riconoscervi in un punto il viso dellamato. Ecco dove ci ha condotti la Narimi, che cosa ci ha mostrato della bellezza che abita la sua anima.
Come non esserle grato?
S.M.I.P.
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Annamaria Pambianchi
- 08/10/2016 08:44:00
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Ti scrivo con tutto ciò che è minuscolo
trovando posto a ogni cosa. Non so perché, ma mi pare che questo sia il cuore e il centro del testo e ne sintetizza il quieto ardore... Grazie!
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Liliana Zinetti
- 07/10/2016 19:47:00
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Commovente, delicata come lepigrafe che indica la direzione di questa poesia, come sempre Anima , cara Amina. Ma hai pubblicato una raccolta? Se sì indicamela, grazie. Un abbraccio liliana z
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Klara Rubino
- 07/10/2016 10:05:00
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Mi pare di scendere nel buio, in silenzio, i gradini dell antro sotterraneo della caverna di Aladino e ritrovarmi poi in quel giardino ricco di alberi sfavillanti di frutta e pietre preziose, certamente qui il Genio ti ha donato la lingua poetica " Ecco il mio dolore, senza un lamento
fino al calore più intimo
di questa notte,
remota matrice che vibra
e compare
da dove siamo partiti.
Sei tutto quello che è qui,"
...la tua rivelatrice lingua poetica.
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Franco Bonvini
- 07/10/2016 00:37:00
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Non è così che si dice? E quando tutto scurisce che si vedono le stelle.. una in questo caso brilla più di tutto.
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Antonio Aiello
- 07/10/2016 00:07:00
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Ed è una bellissima poesia anche lepigrafe...
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Antonio Aiello
- 07/10/2016 00:04:00
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“Il tuo volto… al confine della voce” è l’ultima meraviglia preziosa della vita… Amina, davvero una poesia raffinatissima, cultuale un luogo percorso da un amore esoterico… mi pare!
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