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al testo di Franca Figliolini
Ovvero la cecit
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Ovvero la cecità colpisce tutti colpisce sempre: come la concupiscenza della freccia di un cupido qualsiasi, le ali corte sulla pancia rotonda, ecco, come quella colpisce a caso. Tu ti trovavi a passare lì, dirai, dirai che pioveva, che non avevi riparo, per questo correvi e non hai visto: non hai visto mai. Così io e così un altro. Tutte queste pupille cieche! Non vedemmo, no, non sapemmo. La morte intanto affonda le mani e ne prende a mazzi, dei non visti, dei non saputi.
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Franca Figliolini
- 20/10/2016 19:26:00
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Ferdi, Amina, Nando, grazie sempre per la vostra presenza, che mè preziosa assai. un bacio ciascuno, Franca
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Nando
- 19/10/2016 06:28:00
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Ciò che mi piace, è l’asciuttezza del dire, il non concedere nulla ad una retorica del lirismo, ma penetrare con ruvidità nella piaga, personale o sociale, cui si vuol dar voce per emozione personale o per il sentimento dell’impegno di un poeta; suggerire e non dettagliare, poi, tutela il testo dal rischio d’incagli rigidamente cronachistici, restituendo o consegnando al verso la sua funzione originaria: la divinazione, intesa come chiaroveggenza del reale piuttosto che come predizione del futuro, malgrado non vi siano estranei elementi di ciò nella scrittura poetica in generale, non tanto come pratica della divinazione ma per lappunto anticipazione delle possibili configurazioni spirituali e storiche in prossimità temporale.
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Amina Narimi
- 17/10/2016 22:53:00
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Quanto bellezza cè qui, Franca...ti leggo sempre, silenziosamente, quanta bellezza che cè, qui
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Robert Wasp Pirsig
- 17/10/2016 22:29:00
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La tua bella voce. Il tuo bello assoluto. Finalmente, e ancora.
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