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al testo di Franca Figliolini
Non c nulla che ecceda
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Non c'è nulla che ecceda il chiarore dell'alba nel ricordarmi che di nuovo sono impegnata a vivere. L'algida linea stamattina era un incongruo incavo arancione nell'indaco perfetto della notte così improbabile che fatico a raccontartelo, mio lontano, mio assente, mio amato baratro nel cuore. Ogni volta l'attendo col cuore in gola, perché non so cosa mi riporterà di te, se le risate bambine o il dolore assurdo della perdita. Sia quel che sia, a volte penso, purché tu non scompaia oltre i tetti, oltre la curva dell'orizzonte che tutto inghiotte. Il suono del tuo nome, la forma del tuo visoo il senso stesso, se mai ce ne sia stato.
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Franca Figliolini
- 01/12/2016 18:36:00
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cari voi tutti che mi volete bene, grazie. in questo periodo in cui la poesia mi sfugge, siete un balsamo. un bacio ciascuno
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Nanso
- 30/11/2016 18:42:00
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È difficile per me soppraggiungere dopo la sovrabbondanza magisteriale si Amina e lessenzialità laudativa del Giordano, altrettanto maestro; tuttavia, nellabitudine stolta dellincolto lascio anchio il mio segno che, se comparato a sì tanta sapienza e bellezza dei miei predecessori, parrà un dire vandalico: La Poesia ha la vocazione al martirio, nel significato di testimoniare sé stessa in nascita e forma, lì dove la piaga del dolore è irrisolvibile ovvero non vi è ancora trasfigurazione della gioia. Quando la poesia nasce e si forma al di fuori di questi due estremi, il nulla e il tutto, abbiamo una poesia ordinaria, mediocre e non ancora medium; ma in ciò non vè giudizio estetico nel godimento del fruitore, ma solo un riconoscimento al merito di una tensione, ancora al di qua però della terra promessa. In virtù si ciò, da oltre il confine, ammiriamo il viaggio e il luogo ove ci ha condotti, unisola di bellezza, PWR riprendere dal titolo di un libro di Marco Lodoli il concetto che gli sottostà.
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amina narimi
- 30/11/2016 13:36:00
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l’ora più buia è quella più vicina all’alba -là dove cresce il pericolo aumenta anche la nostra possibilità di salvezza- si mette piede in un’altra terra, quella della fiducia R.M.Rilke, scrisse: "Dio è pieno di buio, e quando qualcuno lo prova, deve calarsi e ululare in quel baratro." È un seme nel cuore quel baratro , il germe della creazione incastonato nella grotta che racchiude la gemma, che ritorna alla terra . Sì “ vivere” è un "impegno" e una "grazia" al tempo stesso, ogni notte ci inzuppiamo di lotta nello Iabbok senza conoscere il destino di gioia o dolore se feriti o benedetti alla luce Ma ad ogni nuovo giorno siamo promesse spose portando luminosa la nostra ferita all’anca Mauriac scrive che in ogni vita cè Dio in agguato; proprio come presso il fiume Iabbok, affluente orientale del Giordano, 40 km a nord del mar Morto, dove era appostato per cambiare, a partire dal nome, la vita del soppiantatore Giacobbe. Ogni ebreo, ogni credente comprende che da qualche parte, in un imprecisato momento, Dio interviene a spiazzarci, a sollevarci di peso da antiche certezze..
Ah, notte che mi guidasti! O Notte più cara dell’alba! O notte che stringevi l’Amato con l’amata l’amata nell’Amato trasformata!... così Giovanni della Croce ci dice che la notte oscura della ‘lotta spirituale’ ci trasforma nellAmato stesso.
Ogni tua Poesia mi attraversa il cuore, Franca, e poi rimane nel suo centro incorruttibile
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Ferdinando Giordano
- 30/11/2016 12:07:00
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Bella, mora solita, come ti ricordo. E tanto bene, finché lui può prendere vita dalla vita che ti prende.
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