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al testo di Salvatore Pizzo
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Dove lo fai se non hai dove farlo certe volte che te le senti dolere e ci stai male se non lo fai, animale colare livido sperma come la cera calda dalle sfoglie di pelle. Nesso lacera, che per un coito non si abbia luogo altro nè rogo su cui immolarsi, se non in piazza ai piedi dell'edicola non paghi di sesso percepiti amanti tra aiuola e ferro concependo strato su strato ruotando i fianchi scatola l'amore racchiude le spinte scatola di cartone anonimo: vela ansima, silenzia gemiti il palpitare delle giugulari celando alla vista. Scarabocchi i corpi ingarbugliati agli occhi che li smembrano dipanando il buio dai ventri. Convinti d'aver visto e magari non è stato. Ora che la miseria non s'è spenta che la voglia s'è appassita che il borbottio di pancia lo dice dando peso all'allontanarsi nella notte percepiti per come s'è stati concepiti: figlio cadente foglio creatura di cartone.
22/12/2016 woodenship
***L'ho scritta che non era ancora Natale, anzi si era d'estate. Ma, non appena finito e deposta la penna, mi sono chiesto se non poteva rappresentare un Natale diverso. Un Natale sul quale potere riflettere da un'angolatura differente dal solito.
In ogni caso, è da questo luogo"altro" che voglio ringraziarvi tutti, miei carissimi amici. E, ringraziandovi, farvi i miei più sentiti e sinceri auguri per le festività a venire, affinchè possano esservi ricolme d'affetto e serenità
Un carissimo saluto scoppiettante di stima.
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