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al testo di Carlo Rossi
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Il Parco
Eravamo due onde in ricerca Di un posto tranquillo e della felicità Possibile dopo una giovinezza familiare Passata tra speranze e tumulti. Tu addirittura uscisti dalla fine del mondo Da una adolescente nazione. Scegliesti una vedova nostalgica del suo passato Di gloria, stanca dell’oggi, di occasioni mancate e di indossare consunti vestiti. Io ti aspettavo nel parco Che allora non c’era e solo potevamo immaginare Un’offerta di vita così ampia ma anche dolorosa Memoria di chi non è piu’ con noi. E oggi che il parco sorride Si ricostruisce un giovanile sentimento di gioia Che scavalca l’oppressione di onde scure E che è il tuo mestiere Io? Costruisco ponti e comunico Mentre tu infondi gioia persino ai sassi E così non ho piu’ paura delle parole Di chiamare le cose con il loro nome Muffe le muffe, tumori i tumori, Senza aggettivi nobili o benigni. Non ho paura delle parole ma di restare senza il tuo amore. Cerco dove finisce l’onda e dove finisce il mare Per incontrarti ancora piu’ di cento mille volte E l’onda mi insegna che non ha piu’ confini Mi parla del tuo infinito amore E finalmente mi sento in quiete Sulle tue labbra odora il profumo di gioia Il vento si scuote e vola il mio cuore e Se ci fosse la neve sarebbe tutto perfetto. |
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