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al testo di Daniela Jaber
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Seduti, smarriti, vicini, felici, guardiamo il mondo che scorre confuso sotto di noi. Dondolando lenti le gambe, diamo calci ai granelli dorati che danzando brillano al sole. Le ali, al tenue calore del giorno, potrebbero aprirsi, vele bianche distese nel cielo, e insegnarci a volare. Ma impauriti non lo vogliamo, siamo animali terrestri. Il mondo lontano e piccino rotola e gira intorno al suo ego. Noi divenuti nostalgici, lenti, pesanti, ci prendiamo per mano e lenti cadiamo sempre piu' in giu', incuranti di tutto. Con mani tremanti afferriamo e stringiamo questo mondo piccino.
Un'occhiata distratta al di sopra di noi, cio' che rimane di un sogno.
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