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Nell’autoritratto di Van Gogh/a quattro mani con Abraxas

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Quanti sensi hai? Me lo hai chiesto,

e quante le dimensioni del tempo

se basta scrivere, per infiltrarsi

in un passaggio segreto, in uno snodo

confuso di ritardi e anticipi

sull’istante che sarà. E quale senso

può avere la scoperta di un frammento

d’assurdità nello squarcio del velo

del crono a una sola direzione,

nella linea spezzata in un anfratto

a tutti sconosciuto? E’ il tatto,

l’udito, la vista e il gusto, l’odorato,

poi il nulla che ho annusato

e l’idea che è tutto giusto e a posto

chi ho conosciuto e chi amato

nel luogo che ci è stato assegnato

nel tempo imposto dai sensi

e il sogno avverato nelle stanze

magmatiche dell’errore involontario.

 

Si, ti ho chiesto dei sensi

e delle cose sconosciute,

di un capoverso e del nulla

che a volte non abbandona

e l'abbonamento alla vita

chissà quanto costerà in futuro,

saremo biglietti vidimati

strappati all'uscita del canto

e se andrà bene dimenticati

come l'insofferenza di Van Gogh

alla disperazione e alla sofferenza.

Come lui ci ritroveremo nell'autoritratto di uno scatto

e avremo i colori ad olio a disposizione

per far comprendere come abbiamo dipinto le ore

degli scavi dentro di noi,

i ritrovamenti casuali dati dall'alchimia

conosciuta come magia

e se scaveremo ancora più a fondo

forse poi non sapremo più da dove

eravamo partiti, se da un continente

o dalla sua nebbia

ma non avrà tutta questa importanza

se il risultato sarà che ci siamo

davvero perduti.

 Alberto Becca - 22/02/2017 06:55:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

L’ abbonamento alla vita è molto strano, a volte pare essere senza scadenza, a volte imnprovvisamente non vale piu’.. MOlto interessante questo testo nel quale proprompe la sensorialità con tutte le sue misteriose sfaccettature, i suoi misteri, le sue strade in gran parte sconosciute. Dal punto di vista fisiologico le potenzialità dei nostri sensi, attraverso i quali ci immergiamo nell’ esperienza umana, sono tali e tante che, se le potessimo sfruttare in pieno (o in gran parte) dopo ogni giornata saremmo esausti, sfiniti dalle esperienze (positive e/o negative) e dalla messe di dati che ci forniscono; l’ importante è non farsi "sopraffare" o schiacciare dai sensi stessi ma serenamente accettare quanto da essi viene, nella consapevolezza che persone e cose che ci circondano continuamente sollecitano vista, udito, odorato, gusto (quando capita anche il tatto, che è un mezzo di comuncazione esplosivo)

 Leonora Lusin - 21/02/2017 22:22:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Che bella Antonia...uno squarcio profondo che apre mondi sensibili, che erano sotto gli occhi ma non visti

" se basta scrivere, per infiltrarsi
in un passaggio segreto, in uno snodo
confuso di ritardi e anticipi
sull’istante che sarà."

"ma non avrà tutta questa importanza
se il risultato sarà che ci siamo
davvero perduti."

Scrittura anche sostenuta da una bella musica dolente.
Grazie per averla condivisa.

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