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Plana il pensiero a certa conclusione

e il Cielo offre i suoi lividi

a spronarci ad un’azione

                                     dice “Siate come me!”

quinci s’incurva ad inseguir suaTèrra

 

Io resto osservar este pendici fulve

e medito d’ascia

              di fuoco

              di saluto

 

Forse tuatèrra avrà nuovo sembiante

                                                         quando delètevìa saran dall’acque

di queste pietre le nuove e le antiche

 

quando torno a torno le stoppie avran gustato

il lavàcro tenero del mare

                                       fino al tuo suolo di mostrarne l’ossa

 

Io resto al bordo dell’ìncavo

                                            vuoto

di questa notte/stella

 

ho chiuso nella pace occhi e finestre

                                 pugni

                                 aromi d’alba

e miadónna nell’abbraccio

si chiama “finalmente”

 

 

(tratta dalla raccolta "L'armadio cromatico",

S. Bellino (RO), Ed. L'Archivio della Memoria 2000)

 Franca Colozzo - 25/02/2017 19:40:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]


Ad un collega architetto invio i miei complimenti per il linguaggio libero, sciolto dalle rime ed incalzante nei toni.
Suggestiva è l’immagine del Cielo che s’incurva ad inseguir la Terra, così come il "bordo dell’incavo vuoto di questa notte/stella". Ad maiora!

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