Scrivi un commento
al testo di Gian Piero Stefanoni
Cos’
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Cos'è la terra chiediamo ma partiti insieme ora qualcuno- nella cisti- si rigetta odiandoci la lana e il possesso.
Qualcuno anche oggi- nel tuo segreto- non potrà esserci avendo a che fare con la morte.
|
Arcangelo Galante
- 03/04/2020 10:36:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Una lirica dal ritmo tranquillo, che però mantiene la propria melodia triste, rivelandola specialmente nella chiusa. Mette subito in chiaro che la vita non è mai quello che si intende avere col possesso della terra ancor più della ricerca d’un luogo adatto a restarci, giacché, quel cos’è, è qualcosa che ti capita addosso e ti costringe a reagire. Prende l’uomo, conducendolo a risultati diversi, magari trascinandolo oltre la partenza dal posto natio, con mosse inaspettate, come un qualcosa gettato lontano che si fa rincorrere, per essere seguito e quindi afferrato. E quel cos’è, scritto dal poeta, forse, lo si comprende dopo che lhai vissuto, dopo che esso ti ha insegnato a godere delle cose buone e a curarti le ferite quotidiane. Ma non tutti hanno tale privilegio d’imparare, poiché, talvolta, la nera signora s’appresta nelle vicinanze, per non permettere, a quell’individuo che si è scelto, di giungere alla meta. Un’opera davvero assai meditativa!
|
|
|