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Di sole voci

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“Di sole voci”, questo perentorio esordio della giovane poetessa torinese Silvia Rosa, il suo “battesimo di carta”, come lo definisce la stessa autrice, uscito nella collana Erato, ormai sempre più costellata di preziose proposte, per le Edizioni LietoColle - corredato da immagini di Giusy Calia, di assoluta confluenza cromatica, nel loro algido viraggio onirico - rivela, fin dai primi testi che raccoglie, una salda, asciutta misura stilistica, pur in un ambito di espressività lirica pulsante, franta, a tratti persino lacerante. Nella sua densissima raccolta, l’Autrice sembra operare un procedimento alquanto sofisticato di filtro tonale, attraverso uno slittamento mimetico dell’io poetante, che assume l’ottica, costantemente spiazzante, ora di obiettivo, ora di controcampo al suo stesso sguardo, con una minuziosa testimonianza drammatica, dapprima teatrale, quasi a tratti didascalica, e poi pulsionale, in profonda trance mesmerica, apparentemente consanguinea di un macro-minimalismo iperrealistico, da reperto autoptico straziato e straziante,  ma più in fondo, tra le pieghe della tessitura composita e polisemantica dei testi, ad uno straniato rito di espiazione, magistralmente stilizzata nella sua sofferta reviviscenza, delle miserie più atroci e insondabili della condizione umana: “Astratta carne / ti vivo di parole / e non di sangue / prigione di respiri / e braccia e occhi e gambe / condanna, che ti sconto / giorno dopo giorno dopo notte /[...] / raschiandoti / dall’ombra del mio corpo. Come osserva con nitidissima “messa a fuoco” esegetica, Alessandra Pigliaru, nella sua prefazione al volume: “Ecco che la nudità diventa la possibilità di decifrare con la pelle la scrittura e il segno del mondo: resta come un coagulo che si distingue dall'anima e accede al Senso.”

E come afferma, con sottilissima, penetrante indagine ermeneutica, Enzo Campi, nella sua corposa nota critica, che conclude il curatissimo “Libriccino da collezione”: “Questa poetica è essenzialmente impegnata nella ricerca non tanto di un destinatario quanto di una destinazione, di una dimora ove il senso possa trovare il suo aver-luogo. Se ‘Poesia significa per lo meno toccare la cosa delle parole’ (J.L. Nancy), la poeticità e la poematicità di Silvia Rosa toccano, simultaneamente, la trascendenza del corpo verso le parole e il sacrificio delle parole verso il corpo.”

In questo suo, tanto congruo, iniziale tratto di percorso di scrittura, l’Autrice dà prova, insomma, di una padronanza quasi strabiliante, per la giovane età, di un linguaggio sempre esatto, severo, a tratti preziosamente spoglio; un dettato concreto, intimamente vigoroso, rigorosamente sorvegliato, che sottolinea e acuisce l’efficacia e la profondità evocativa dell’assunto, in una sommessa, coerente monodia “in minore” che si consolida, alla fine, in un impietoso “requiem” per tutta l’umanità offesa, oltraggiata, nel mondo, nella storia, mesta filigrana di un caleidoscopio, riflesso su uno schermo scuro, ma vividamente delineato, del suo “lucido martirio”, verso cui, questo arrochito e trasognato gemito, porge un quanto mai macerato germe, larvato, quasi soffocato nel fitto miasma del dilagante fango, ma strenuamente fecondo di fermenti nitidi di rivalsa.


 monica martinelli - 12/06/2011 00:37:00 [ leggi altri commenti di monica martinelli » ]

Ho scoperto solo ora questa recensione e mi hanno colpito molto le parole di Francesco per la forza e la convinzione con cui ha trasmesso le sensazioni che questo libro gli ha suscitato. Ed è riuscito a recapitarle a chi, come nel mio caso, non conosce Silvia Rosa, tanto da sucitare non solo la curiosità di leggere queste poesie, ma da stabilire, in una sorta di empatia, un contatto quasi fisico con l’autrice che sembra far gemere, a volte gridare, la sua (sola) voce poetica.
Grazie, un saluto
monica

 Silvia Rosa - 22/04/2011 19:20:00 [ leggi altri commenti di Silvia Rosa » ]

Il mio *grazie* di cuore a Francesco De Girolamo, per l’attenzione e le parole che ha dedicato alle Sole Voci, per averle accolte con sensibilità, per averle rese vive di un respiro nuovo nell’accurata interpretazione che ne ha dato.
E Grazie alla Redazione de la Recherche per l’ospitalità.

Cinzia: un caro saluto, spero ci saranno altre occasioni di incontro :-)


 Cinzia Marulli - 22/04/2011 17:13:00 [ leggi altri commenti di Cinzia Marulli » ]

Ho avuto il piacere di ascoltare le poesie di Silvia Rosa dalla sua voce in occasione dell’evento di Roma presso il caffè letterario e ne sono rimasta particolarmente colpita, tra l’altro, per la sonorità dei suoi versi.
Trovo veramente interessante la recensione di Francesco De Girolamo: è acuta, pregna di sensibilità e mette in evidenza aspetti importanti.
Complimenti
Cinzia Marulli

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