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In rebus temporalibus

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Ti parlai dal sonno.

Sussurrai che, sì,

eravamo da tempo senza cuore:

avevamo disertato

i luoghi delle rivelazioni.

Di notte, i segni si facevano più chiari:

ombra e luce in proporzione perfetta.

Il fatto che mancassero certezze

invitava a sognare.

I sogni sembravano veri.

Corsi a guardare i moti del cielo.

La luce divampava 

spegnendo il cero del sonno.

Le ombre erano aghi

in sostanza di luce.

Apparve una chiesa sul fiume

e noi l'attraversavammo.

 

 

 ***

 

Dai e dai impari il verso giusto.

Comprendi che vivere

fa rima con stare

e persino con ricordare.

Non le cose, ma tramite le cose.

 

Ricordare o forse immaginare?

Prima sommessamente.

Poi arditamente:

una visione,

un desiderio,

un volo.

E si fa ordine nel caos dell’attendere.

Si dipana il filo trasfigurato

di eventi incombenti.

 

  

 ***

 

Come sia il dopo:

una strada d’acqua,

un ponte sulla tempesta.           

E se fossi tu la tempesta?

La tempesta e insieme il passaggio.

 

Decidere di attraversare il ponte

e sentirsi come galleggiare?

 

 

 

 

 

 Loredana Savelli - 28/03/2017 22:19:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Grazie a tutti i lettori.
Sto meditando sui suggerimenti che mi sono stati dati.
In generale penso sia proficuo lo sguardo esterno. Un concorso è forse prima di tutto mettere la testa fuori e aspettare che piova :)

 amina narimi - 28/03/2017 20:46:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

E’ un fiume di portata questa tua, quasi un sonno senza sogni..

 Nando - 28/03/2017 05:53:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Mi trova d’accordo il commento di Giovanni sulla chiusa del testo: "come fosse un fiume" è la conclusione essenziale, il resto appare un’esegesi autorale che forse appesantisce la fruizione estetica del testo. Un testo che intreccia vita e filosofia, piuttosto che vita e visione poetica, proposta al servizio di entrambe; anche se, poi, il "punto di fuga" dell’intera composizione è in quel "ricordare non le cose, ma tramite le cose": una metafisica del senso se non addirittura il volto religioso dell’esistere.

Ciao, Lory e complimenti

 Giovanni Baldaccini - 27/03/2017 17:42:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Onirica quanto basta per farmela apparire rivelatrice, questa poesia è colma di passaggi molto belli "avevamo disertato i luoghi delle rivelazioni.", ma a volte tradisce una condizione troppo riferita al personale - almeno credo.
Personalmente l’avrei chiusa a "
- era sera ed era inverno -
come fosse un fiume."
L’avrei trovato bellissimo.
Ciao Lory!

 Alberto Becca - 27/03/2017 14:19:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

Tralasciando le numerosissime e apprezzate connivenze bibliche il testo è una epopea, un "testamento", un "ensamble" di esperienze passate e presenti che si (con)fondono: il sogno si fonde con la realtà e non si riesce piu’ a distinguere l’ uno dall’ altra. A prescindere dalla musicalità dei versi, mi piacerebbe sentire IN REBUS declamato con un sottofondo di arciliuto, tiorba o simili..Infine per proseguire nelle citazioni dalla Sacra Scrittura..." c’ è un tempo per nascere, uno per morire, uno per parlare, uno per ascoltare.." mentre il fuoco dilaga (dentro e fuori): un fuoco che mai si spegnerà (e mai è stato acceso)

 Alessandra Ponticelli Conti - 27/03/2017 11:54:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

"Comprendi che vivere/ fa rima con stare/ e persino ricordare"
Tre versi stupendi, come del resto tutte e tre le poesie.
Complimenti vivissimi cara Loredana!
Un saluto da Firenze
Alessandra

 Laura Turra - 27/03/2017 11:51:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

E’ un testo poeticamente magnifico, anche se difficile da interpretare. Sembra che l’autrice, attraverso immagini viste in sogno, ci stia parlando di cose "ultime", una sorta di "Apocalisse laica", mi si perdoni il parallelismo magari troppo ardito.
Mi piace molto quel "avevamo disertato i luoghi delle rivelazioni": un richiamo a recuperare la dimensione del cuore.
I miei complimenti più vivi, Loredana!

 Auro d’Arcola - 27/03/2017 10:39:00 [ leggi altri commenti di Auro d’Arcola » ]

è bellissima. colpisce che, nonostante la lunghezza, il testo non si appesantisca mai. in certi immagini molto toccante, come un senso di finitezza latente che si ricompone nel culmine degli ultimi versi, con una chiusa molto eloquente e significativa. leggerti è come apprendere sempre qualcosa di nuovo. congratulazioni sincerissime...

 Adielle - 27/03/2017 02:20:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Piaciuta moltissimo, un caro saluto.

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