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al testo di Elisa Falciori
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Il violino mostra l’esterno pancia lucida e corde tese ristagnano su un alto re. Ascolto un brusio d’abisso sul bisso che si illumina La luce brilla anche sugli acini. La vanità è sazia nei fianchi il desiderio può placarsi.
L’ultimo dono d’una conchiglia rara è un residuo di pelle fina. Sul bisso mele giallognole hanno occhi chiusi. accenti circonflessi come foglie immobili cadono su gherigli vuoti… lo sfondo è cupo si accentuano chiaro-scuri nel triangolo scaleno dell’inguine.
Con l’aiuto dei pugni chiusi cancello impronte inquiete pseudonimi, censori d’eros e altre prospettive sulla grandezza della memoria
Di chi potrei fidarmi ora? non dei corpi non del mio corpo… |
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