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al testo di Annamaria Pambianchi
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Questo solerte mattino d’agosto dal passo nuvolosamente chiaro rema da marinaio scaltro dentro una città dall’anima d’acqua, di sentore di sale, d’argento, dentro una laguna di vela e vento.
La luce tesa tra cielo e terra promette un celeste viaggio interno. Immobile mulina il tempo, oblioso d’essere stato e d’essere: allora si salpa nell’azzurra ora che partorisce un mezzogiorno ardente?
Il tempo s’è fatto accesa preghiera. S’è fatto nel respiro sospeso del canale arresa bandiera. E’ tempo d’attesa, è fuoco spento. E’ spirito esule: lontano cerca e vicino un perduto ordine sereno.
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