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al testo di Giuliana Campisi
Fare a meno di me
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Non mi sono ancora piegata ma gia' sono curva raggelata dalla brina prima ancora che arrivi l'inverno, un ramo contorto e ormai secco di un albero che non puo' o non vuole piu' germogliare e allora capisco, senza malinconia, che dovro' fare a meno di me.
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Arcangelo Galante
- 02/11/2017 14:51:00
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Versi davvero introspettivi, che esprimono il forte senso di malessere, vissuto per mezzo di una consapevolezza, la quale, procura impreparazione ed inadeguatezza, agli eventi. Un fastidiosissimo dolore che, irretendo, infastidisce, senza tregua, chiunque ne soffra. Accettare quel momento, forse, è lunica soluzione, in virtù del suo passaggio e di un futuro allontanamento dalla propria esistenza. Pertanto, occorre fare a meno di quella parte sfiduciata e pessimistica di se stessi, allo scopo, di prendere le redini in mano. Molto realistica e di riflesso, per i lettori, trovatisi in uguale situazione. Un fiorito saluto poetico!
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Alberto Becca
- 29/08/2017 20:38:00
[ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]
Nessuno puo fare a meno anche di una minima parte, di una cellula, di una particella di sè stesso; cosi siamo fatti e ogni singolo componente deve avere un suo senso, un suo ruolo, una sua funzione (magari ci se ne accorge quando la partticella funziona poco o male) In ogni caso ogni micorscopica parte dell essere umano, nell ottica della creazione, ha una sua bellezza, purezza, interezza, dignità, signifiato, potenzialità . Colpisce la malinconia di fondo del testo, che risulta quasi un grido accorato, un soliloquio a voce alta, una lirica disegnata con le parole
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