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Quel muro che non crollato

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Sotto il sole di una stagione,

prevalse la vittoria della ragione,

e vide cadere la lunga fila di mattoni,

che dividevano l’amore delle nazioni,

ed un triste ricordo di regime periva,

mentre un nuovo dì trionfava.

 

Il grido dell’odio verso quel muro cadente,

mescolato dal pianto della folla gemente,

fu evidente segno di una vittoria infinita,

dedicata anche a coloro che,

per riuscire nell’ardua impresa,

durante gli anni persero la vita.

 

Invano è stato questo sprone,

che non ha mutato l’umana condizione,

di abbattere con il coraggio un altro muro,

che è stato reso forte e duraturo,

ed ovunque domina su tutti,

infondendo paura negli animi sconfitti.

 

Nutrito dal silenzio e dalla freddezza,

dilaga nell’oscuro tra l’amarezza,

e vede ferire tanta gente,

che davanti ai propri occhi fingono di niente,

per evitare la crudele sorte,

ove non sfugge anche la morte.

 

Terrificante legge, imposta dalle forze del male,

e tutti obbligati ad osservare,

con un solo ed unico atto dovuto,

il silenzio perpetuo ed assoluto,

seguito da menzogna, indifferenza e falsità,

ed ha un solo nome: omertà.

 

Solo il coraggio e l’amore,

possono demolire per sempre questo muro del disonore,

che non è così grande ed imponente,

tanto da poter spaventare la gente;

ma solo di fronte ai deboli ed ai sottomessi,

è l’imponente parete di fango,

dal volto invalicabile ed insormontabile,

che nemmeno le parole hanno il potere di perforare,

ed in essi tramonterà il sogno di vederlo crollare.

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