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al testo di Emilia Filocamo
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Il tuo dolore è perfetto. Perfetto come la tua mano, quando sale il declivio da cui non vennero mai germogli, nè sputarono i capelli, o vesciche opulenti, con il genere messo a vista, girino o stella; vasche di cellule generosamente sdoppiate. Questo getto imploso, mi ristagna in grembo, il rosso costante del rinnego, la grammatura, un geranio eposto ogni agosto, e dal pistillo insano; uno zoo messo in carcere e, se conti i tentativi, le due parole si somigliano, se non fosse per i versi selvaggi dei primi, e la disperazione sillabata che va ai secondi. Tante notti fa calibrammo il gesto, migliorammo assuefatti il tiro. Solo che non ti aspettavo, amore rimandato e maledetto. E credevo che tutto il mondo facesse così: una prova in silenzio.
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