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al testo di Salvatore Solinas
Nella luce infantile
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Nella luce infantile dell’alba Con occhi estranei ti osservo I tuoi ulivi assetati I prati bruciati e polverosi L’arcana solitudine dei monti I voli lamentosi dei gabbiani Sulla scogliera Non m’inganna l’insopportabile luce Dei tuoi meriggi Non ti appartengo Scavando nell’anima ho trovato Solo una fiamma che incenerisce i ricordi Tutto di te è fredda cenere Non c’è nostalgia né rimpianto In questa luce che affonda nella notte.
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Ferdinando Battaglia
- 19/09/2017 00:22:00
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Bella la scrittura, un distillato poetico, ché, potrei però sbagliare circostanza, un testo così riuscito, dalla timbrica perfetta, di solito non emerge spontaneo, ma chiede una lavorazione di rifinitura. Rimane velato quel tu, ma il tono esistenziale e le metafore che variano senza che varii la luce che portano ciascuna in sé (lalba il meriggio la notte), suggeriscono la vita vissuta nel suo consuntivo di una certa età.
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