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al testo di Federico Federici
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Che parola mise sulle tracce, o che parole erano le tracce? Chi parlò, senza coprirsi di silenzio? Le radici, i fili, i rami, dure dita di insepolti, non trattengono le frane. Non ha ossa il bosco. Non c'è luogo nel paesaggio, strada o varco: solo buchi nella polvere dei gechi, solo fischi dietro ortiche e sterpi: aria o serpi? Ogni tanto a una spari, per vedere se sia viva o ha forma, se esca fuoco o sangue. Mentre salta ancora da quel colpo colta in testa, pensi: siamo tutti serpi?
Testo estratto dal libro Mrogn, Zona Editrice 2017 ISBN: 978-8864387024 Premio Elio Pagliarani 2016
Dalla premessa al libro:
Indagini e sopralluoghi sono stati condotti lungo il sentiero delle Terre Alte, nei pressi del colle Mrogn, nei giorni della Candelora dell'anno *.
Non è stato possibile giungere oltre l'evidenza dei fatti.
I reperti (pezzi di roccia, cortecce incise, piume, peluria e schegge d'osso), i rilievi (foto, tracciati, filmati), il sonoro (spifferi d'aria, fischi di serpi, legna spaccata e parlate in dialetto) sono oggi archiviati al museo contadino di *. Qualcuno ogni tanto li studia.
La gente del luogo, arrivando l'inverno, ha paura.
L'uomo è sepolto nel bosco. Il bosco nell'uomo.
Mrogn, 7 ottobre 2012
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