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ora che mostro viso e braccia aperte
s’accendono i corpi le voci
dorme la mia bambina delle meraviglie
tanto so che la nave
muto questo mio periplo domestico
insonorizzato chilometri scrivania-balcone balcone-scrivania scavati sperando in un sisma una deflagrazione muri per voce sola o murales alla luna solo questi compagni ho nella città pure nel tratto dalla stanza inquieta del sonno alla porta del figlio do not disturb
nel solco affondo mi sorreggono il quaderno e i gerani insieme resistiamo ai miasmi nella stanchezza di fiorireoffrire segni un brancolare di mani di rami mentre scolorano il mio inchiostrosangue i petali
materia di giganti
A passi lunghi si muove la gigante Dovrebbe piegarsi per passare dalle porte Lo so, dovrei piegarmi per stare sotto il tetto La notte mi ha preso sconfinata
Carmen Boullosa
non so se materia di giganti quest'altitudine che raggiungo in sogno fluttuando su cuscini d'aria e sono altissima rarefatta sola sull'orizzonte sterminato muto
a nuoto fendo le nubi annaspo nell'orrore del vacuo ma non precipito ché il corpo insegue sincronico un battere d'ali in stormo canto su note percussive fusa nel coro nell'intesa si vola
rallento resto indietro mi dispero mi sfugge la giusta rotta la manovra di atterraggio sotto di me ingigantisce d'amore la madre mia serena vertigine mia quiete inarrivabile raggiunta solo per schianto
[ da Andare per salti, Arcipelago Itaca ]
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