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al testo di Ivan Pozzoni
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Protesto, contro i muri tristi d’una azienda in festa, contro le autoradio vendute a rate nei mercati sudici d’auto rubate, contro i miti istanti della televisione, contro chi vende se stesso a cifre d’occasione.
Protesto, contro chi muore nella vita, contro chi vive nel lavoro, contro i cantanti stonati che si nascondono nel coro, contro i barboni assiderati nelle cantine dei seminari, contro i sorrisi stanchi dei suicidi tra gli occhi lucidi di due binari.
Protesto, contro i deboli marchiati dai simboli anemici della sconfitta, contro divinità mimetizzate negli angoli scuri d’una soffitta, contro i trentenni managers che vanno a battone, contro innocenti macellati sotto scariche di cannone.
Protesto, contro me stesso, orribile mostro, assorto, contorto, a versar vagoni d’inchiostro, in attesa d’un sogno indolore, senza tender davvero il braccio a chi, disarmato, sfida l’orrore.
[Riserva indiana, 2007] |
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