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Il tratto dell’estensione - Poesie

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Cosa ne faranno le lune

di questo cuore in disuso dimmi,

dei tuoi occhi di foresta che il tempo mi concesse

colpe divise a schiera, quasi fossero

biglie per gioco, ferite inferte, veleno per piante.

Ho chiesto alla rosa il senso del fragile,

il precoce spezzarsi della ghianda:

il silenzio trova sempre un posto per inserirsi,

scava sempre il niente e il tutto per estensione.

 

da "Il tratto dell'estensione"

 

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 Alberto Becca - 21/02/2018 23:16:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

L’ urlo, il chiasso scivola via ma il silenzio, piu’ o meno lentamente, scava (nei cuori, nelle anime, nei ricordi, nei pensieri, negli scritti, nelle sensazioni, nella solitudine, nel rimorso..) Poesia di grande ed evidente spessore che lascia intravedere, dietro ad ogni parola, una ispirazizone non filtrata da manierismi, ma esplicitata in lirica, un testo intenso che pro - pone al lettore domande, dubbi, ragionamenti

 Salvatore Pizzo - 21/02/2018 18:14:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Già, quando ci si imbatte in"...dei tuoi occhi di foresta...", si comprende che è il momento di lasciarsi andare, perchè la lettura è fonte di piacevole bellezza e sentimenti innervati in costruzioni mirabili...
Un saluto

 Arcangelo Galante - 21/02/2018 16:20:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

La voce dell’anima, appare come rifugio inviolabile, nel dialogo introspettivo, su cui è incentrata la poetica riflessione.
Cosicché, l’autrice, colloca quel silenzio nello spazio tempo, riconoscendo la sua dimensione, nel quadro di una fragilità che tenta di spiegarsi da dove parta, nonché il perché si estenda, in ogni angolo del proprio sentire.
Ritorna la percezione della crudeltà del tempo, che passa inesorabile, e dell’eterno scorrere della vita stessa, che arriva a disilludere, senza pietà
quell’esperienza, che pareva essere rimasta assopita, nella mente.
D’altro canto, non bisogna scordare che, le emozioni, ci consentono di sopravvivere, avendo il potere di riportare quiete, nell’animo concitato.
Una lirica densa di una vivida consapevolezza dei limiti e delle potenzialità dell’umano sentire.
Con cordialità, saluto!

 Edi Davoli - 21/02/2018 16:02:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Tanto bella Adua!

 Amina Narimi - 21/02/2018 15:48:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

quanta bellezza...

 Laura Turra - 21/02/2018 04:38:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

“Ho chiesto alla rosa il senso del fragile,”
Un verso che ho amato dalla prima lettura.
Testo davvero bello! Un saluto, Adua!

 Franca Colozzo - 21/02/2018 00:06:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Il silenzio scava tutto e niente, riempie il vuoto che spesso è attorno a noi. Tutto l’inutile gioco umano, che inutilmente infligge ferite, attribuisce colpe, annienta la persona in un contorto delirio senza scampo, alla fine si sgretola come ghianda o si sfalda come i petali di una rosa.
La fragilità di un amore e i suoi turbamenti, a volte foschi ed ombrosi, si frantumano all’improvviso rivelando un senso di vuoto esistenziale.
Spero che la mia interpretazione sia in sintonia con il significato recondito della tua poesia.

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