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al testo di Ivan Pozzoni
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Non domandavi niente di diverso da ciò che i sedicenni d'ogni momento e tempo richiedono, ingenuamente, ai diavoli d'ogni tempo e momento, desiderosa di rispetto e di attenzione, con quella voglia matta d'aprire una finestra su un'adolescenza subita come il carceriere vive la prigione, ma, fragile, contavi i battiti della tua connessione internet senza avvederti che, chi era seduto all'altro lato della linea veniva dall'inferno, nel tuo chattar serena con un diavolo moderno.
Domandavi, cento, e cento volte ancora: «Come farò, a sentirmi bella?».
Il diavolo tentatore ti scriveva di confrontarti a una modella della televisione, di non mangiare cibi calorici, di vomitare, associando lassativi all'apnea d'una ferrea disciplina alimentare, disinfestando ogni macchia di sporco da un corpo in crescita ormonale, fregandosi le mani d'aver trovato un nuovo scheletro da aggiungere alla sua danza macabra infernale.
Domandavi, cento, e cento volte ancora: «Come farò, a sentirmi grande?».
Il diavolo suadente ti chiedeva di mostrarti in cam senza mutande, d'ubriacarti senza ritegno alle feste in discoteca, di darti all'uno e all'altro, chiudendo i sentimenti in una teca, di chiuderti, alla vita, nella vita, di vivere e lasciarti vivere, senza discutere coi morti, vivendo come zombie senza ricambi d'abito, costruendo mondi assordanti sotto i rimbombi dei tuoi lombi.
Domandavi, cento, e cento volte ancora: «Come farò, a sentirmi amata?».
Il diavolo, mentendo, ti diceva di ostentarti uniformata nei vestiti, sempre all'ultima moda, ammiccando seducente, accentuando ogni tua curva senza dare ascolto al rischio di finire in testacoda, trasformando in necessario ogni accessorio, tollerando sul tuo derma l'indelebile marchio della marca, condannata ogni diversità allo spettro della forca.
Fanciulle d'ogni tempo e d'ogni momento, contro ogni istanza educativa disobbedite a chi, diavolo moderno, dall'alto delle cattedre, dall'alto dei castings radiotelevisivi, dall'alto d'una scrivania aziendale, innalzi i vostri voli da usignolo ai bassifondi dell'inferno.
[Scarti di magazzino, 2013] |
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